Mentre gli scienziati dell’Università di Harvard portano avanti gli studi del Galileo Project, un programma di ricerca finalizzato a individuare e analizzare tracce di vita aliena, su Internet un nuovo sito web consente ad addetti ai lavori e curiosi di consultare – o aggiornare col proprio contributo – un archivio di segnalazioni relative ad avvistamenti Ufo in giro per gli Stati Uniti.
Ufo Discovery, il paradiso degli ufologi
Mettendo a disposizione un database di 70mila report contenenti descrizioni dettagliate di oggetti volanti e strane luci, Ufo Discovery offre informazioni a partire dal 1960. Come spiegato su Dazed&Digital, utilizzarlo è un gioco da ragazzi: una volta aperta la pagina, gli utenti possono impostare la ricerca del sito d’interesse, inserendo nell’apposita maschera la città, lo stato, la forma dell’ipotetica navicella, l’anno della rilevazione e la durata del fenomeno. Nell’infinita massa di materiale consultabile (e ovviamente non supportato da alcuna evidenza scientifica), la varietà di resoconti è sorprendente: si passa dall’avvistamento di «un bagliore blu sull’oceano» risalente al 1969 a una «palla di luce traslucida di circa 12 pollici (30 centimetri) con sembianze che ricordano quelle di un essere vivente». Fenomeni che richiamano molto quelli menzionati nella relazione dello scorso giugno compilata dal Pentagono, nella quale si ribadiva la totale assenza di prove a supporto dell’esistenza di forme di vita e di tecnologia extraterrestre.
Tra avvistamenti e ipotesi, la ricerca non si ferma
Nonostante la scienza non sia ancora riuscita a spiegare l’origine di queste misteriose apparizioni, il rapporto esclude che i 120 casi registrati in America negli ultimi vent’anni siano stati originati da operazioni militari gestite dell’esercito o manovrate dal governo e coperte dal segreto. La questione, dunque, rimane ancora aperta e, secondo gli esperti, smentire categoricamente l’ipotesi di una responsabilità aliena dietro a determinati accadimenti non è ancora una strada percorribile.