La mancata qualificazione ai Mondiali in Qatar ha costretto la nazionale italiana a chiudere un ciclo che sembrava essersi aperto con la vittoria dell’Europeo durante la scorsa estate. Troppo cocente la delusione per lasciar correre, perché l’Italia non ci sarà per la seconda volta consecutiva ai campionati mondiali e stavolta da campionessa europea in carica. Il Ct Roberto Mancini ha – e avrà – l’arduo compito di ridisegnare una squadra che, nel corso degli ultimi mesi, ha vissuto momenti difficili, mostrando una fragilità che non si pensava potesse avere e perdendo pezzi e certezze, Giorgio Chiellini su tutti. Mentre il veterano ha detto addio alla maglia azzurra, è arrivata la batosta contro l’Argentina nella Finalissima, e poi la Nations League. Un’occasione, quest’ultima, per sperimentare.

Nations League: dal ritrovato bel gioco al disastro in Germania
Il pari con la Germania in casa, poi quello in terra inglese, con in mezzo il successo casalingo contro l’Ungheria. L’Italia sembrava aver ritrovato smalto e talento schierando un mix di volti noti e giovani rampanti. Dopo le prime tre gare, gli azzurri si sono ritrovati in vetta al gruppo A della Uefa Nations League, ma poi sono sprofondati ancora in un incubo. Al Borussia Park i tedeschi hanno umiliato gli italiani, con un 5-2 senza scampo e con tanto di errore clamoroso di Gigio Donnarumma, giovane capitano di una nazionale che ha bisogno di ritrovarsi e comprendersi. Quei – pochi – progressi che sembravano aver portato l’Italia di Mancini verso la strada giusta, sono stati spazzati via da un vero e proprio uragano, fatto di esperienza internazionali e minutaggio in squadre di alto profilo. Il mix creato dal Ct non ha retto l’urto: ma chi sono i giovani debuttanti e poco conosciuti lanciati in campo in queste ultime quattro partite?

L’uomo simbolo del rinnovamento: Wilfried Gnonto
A conquistare le copertine dei giornali è stato soprattutto Wilfried Gnonto. Ha 18 anni ed è cresciuto nell’Inter. Le strade con la società milanese, però, si sono divise nel 2020 e da allora ha militato nel Zurigo, con 59 presenze e 9 gol. Non un bottino da bomber di razza per lui, che è più un esterno di una punta, ma tanto è bastato per convincere Mancini a dargli una chance. E così il classe 2003 nato a Verbania da genitori della Costa D’Avorio debutta in nazionale e gioca in tutte e quattro le gare. Partecipa attivamente al tracollo finale in Germania: suo il primo dei due gol azzurri, che gli vale anche un record. Wilfried ha segnato, infatti, a 18 anni, 7 mesi e 9 giorni conquistando il primato di più giovane marcatore della storia della nazionale italiana. Battuto il precedente, che durava dal 1958 e apparteneva e Bruno Nicolè (18 anni, 8 mesi e 16 giorni). Ma basterà per affidargli tutto il peso di un attacco che resta il reparto più critico da ricostruire?
Federico Gatti: un muro contro l’Inghilterra
Diversa la storia di Federico Gatti, che di anni ne compirà 24 tra pochi giorni. La sua carriera lo ha portato a partire dai campionati dilettantistici minori. A 17 anni giocava in Promozione, poi in Eccellenza. E mentre calcava i campi di periferia, lavorava ai mercati generali o come muratore, aiutando la famiglia. Una storia commovente, la sua, che lo ha portato a una prepotente risalita e a calcare ogni serie italiana, fino alla maglia del Frosinone – in prestito dalla Juventus. Il centrale difensivo ha giocato molto in Serie B e Mancini non lo ha mollato un attimo, tanto da convocarlo e da farlo debuttare contro l’Inghilterra e contro un avversario complicato come Harry Kane. Gatti lo ha «sbranato», come hanno scritto in tanti sui social. Una prestazione eccellente la sua, che però non gli è valso un posto contro la Germania. La sua unica presenza ha già mostrato di che pasta è fatto e potrebbe ripartire da lui quel pacchetto arretrato orfano di Giorgio Chiellini e composto da due veterani come Bonucci e Acerbi che potrebbero lasciare spazio ai giovani come lui.
Un 18enne per la difesa: Giorgio Scalvini
E al fianco di Federico Gatti, oltre all’intoccabile Alessandro Bastoni, giovane ma già esperto, ci potrebbe essere Giorgio Scalvini. Anche lui ha debuttato durante la Nations League con la maglia della nazionale, la stessa che ha vestito in ogni fascia d’età, dall’Under 15 all’Under 21. Ma il discorso per il classe 2003 di Chiari è diverso, perché il centrale vanta già 18 presenze in Serie A con la maglia di una formazione di alta classifica, l’Atalanta. Questo è ciò che vorrebbe Mancini, cioè che i giovani giocassero nella massima serie e arrivassero pronti in azzurro, come in effetti è stato. «Bravissimo», ha detto di lui il Ct, rimasto stregato dalla sua duttilità. Purtroppo per lui il debutto con la nazionale maggiore è arrivato proprio nel 5-2 contro la Germania, ma siamo certi che lo rivedremo in campo a difendere i colori dell’Italia.
Gli esordi a centrocampo di Esposito, Frattesi e Pobega
Un altro debutto è arrivato in mediana. Anche lui proviene dalla B ed è di proprietà della Spal: Salvatore Esposito. Facendo un po’ d’ordine si scopre che è il fratello di Sebastiano, attaccante che, come lui, ha vestito la maglia dell’Inter nelle giovanili e che ora milita al Basilea. Con la maglia della nazionale maggiore Salvatore ha giocato una mezz’ora contro l’Inghilterra, regalandosi la gioia dell’esordio a 21 anni. Ex Chievo, rappresenta un nome nuovo per la mediana, che però è l’unico reparto in cui Mancini potrebbe avere abbondanza. Al fianco di intoccabili come Barella, Verratti e Jorginho, scalpitano Locatelli, Pellegrini e Tonali, oltre al 22enne Davide Frattesi del Sassuolo, anche lui all’esordio ma con molta esperienza in Serie A e alle spalle un campionato intenso e di altissimo livello. E nell’elenco dei convocati per queste ultime gare, figurava anche la coppia proveniente dal Torino formata da Tommaso Pobega – che ha debuttato nell’andata con la Germania ed è di proprietà del Milan, da cui ritornerà in estate – e Samuele Ricci, che invece aspetta il suo turno e si rende protagonista in Under 21.
In cerca di gol in avanti: esordio per Cancellieri e Zerbin
Mentre si attendono il ritorno di Chiesa, l’esplosione di Zaniolo e l’arrivo di un centravanti vero, in avanti hanno avuto spazio altri due nomi quasi sconosciuti ai più. Il primo è Matteo Cancellieri, che ha all’attivo 12 apparizioni in Serie A con la maglia dell’Hellas Verona e 2 in Coppa Italia, per un totale di un gol a testa nelle due manifestazioni. Si tratta di un esterno molto forte fisicamente, di scuola Roma, già messosi in mostra con l’U21 – 7 presenze e 2 reti. Da Cancellieri ci si aspetta molto ma servirà tempo, essendo un classe 2002: chissà che la prossima Serie A non possa regalargli maggiore spazio e qualche convocazione in più in nazionale. E poi il secondo, Alessio Zerbin. Anche lui, come Gatti, ha giocato nel Frosinone e in B si è regalato la gioia di firmare 9 marcature in 31 presenze. Il suo cartellino appartiene al Napoli, ma con la maglia partenopea non è mai sceso in campo, collezionando invece prestiti – Viterbese, Cesena, Pro Vercelli e, appunto, Frosinone. Alla gioia di vestire la maglia dell’Italia potrebbe seguire il debutto in A, per un percorso al contrario che potrebbe aprirgli le porte di un futuro brillante.