Aleksander Ceferin sarà ancora una volta il presidente della Uefa. Il 55enne sloveno era l’unico candidato al 47esimo Congresso ordinario della federazione europea, in corso in questi giorni a Lisbona, e la sua rielezione non è mai stata messa in discussione. Eletto per acclamazione, sarà in carica per altri 4 anni, con un mandato che scadrà così nel 2027. Si tratta della terza elezione consecutiva, dopo quella del settembre 2016 e la conferma del 7 febbraio 2019, quando a Roma si è svolto il 43esimo Congresso ordinario dell’Uefa. Lui ringrazia e rifila qualche stoccata ai club della Superlega.

Ceferin: «Calcio europeo è globale»
Aleksander Ceferin parla prima del calcio moderno, con le tante modifiche a cui si assiste ormai periodicamente. Uno sport completamente diverso rispetto a sette anni fa, quando è salito in carica la prima volta, soprattutto con l’arrivo del Var e dopo la dura vicenda legata alla Superlega: «Il calcio è cambiato, è uno specchio della società. Stiamo correndo verso una globalizzazione galoppante e tutto questo implica benefit e rischi, non dimentichiamolo. Il calcio europeo è già globale, ne stiamo pagando il prezzo. C’è stato il tentativo di creare un nuovo modello rispetto a quello che conosciamo così bene. Il nostro modello è basato sul merito sportivo, sempre». Ma il merito, per Ceferin, «non può essere un diritto acquisito, può essere solo guadagnato, stagione dopo stagione».
Il presidente: «Non c’è spazio per i cartelli»
«Non c’è spazio per dei cartelli, in questo continente», prosegue poi Ceferin, riferendosi sempre ai club che hanno tentato di costituire la Superlega, per sfruttare al massimo la propria fama. «Crediamo di averlo fatto capire, tutti insieme. Il calcio fa parte delle nostre radici, è l’ultimo asset pubblico che va privatizzato. Appartiene a tutti quelli che amano questo sport meraviglioso. Dobbiamo far sì che l’interesse di tutti prevalga su quello dei privati. Dobbiamo ringraziare che ci sia l’Eca a supportarci e per questo ringrazio Nasser Al Khelaifi, questo modello calcistico è importante e questa cooperazione è straordinaria. Bisogna capire che la classe media è fondamentale per mantenere l’equilibrio, sia nella società che nel calcio».

Il gap tra ricchi e poveri «continua a crescere»
Lo sloveno poi conclude parlando del «gap fra i club ricchi e poveri», che «continua a crescere». Ceferin spiega: «Se non facciamo niente per il declino della classe media il modello è in pericolo e tutta la piramide rischia di cadere. Questo è il motivo per cui abbiamo, negli ultimi due anni, istituito un meccanismo di solidarietà, inserendo una nuova competizione così da ammettere più club possibili alle belle serate della Uefa. Il lancio della Conference è stato un successo. Salvare la classe media è la vera sfida».