I rider e i lavoratori di piattaforme come Uber, Deliveroo e Glovo diventano a tutti gli effetti dei dipendenti, salutando così ufficialmente lo status di lavoratori autonomi. A deciderlo è l’Unione Europea, dopo che i ministri del lavoro Ue hanno trovato l’accordo tra i vari Paesi, per stabilire i criteri con cui verranno stabilizzati gli operatori. Adesso, con l’ok di ministri, si apre la strada per le trattative tra il Parlamento e la Commissione europea, che daranno il via libera finale.

La nota del Consiglio
Il Consiglio spiega in una nota che «attualmente maggior parte dei 28 milioni di lavoratori su piattaforma dell’Ue, inclusi tassisti, lavoratori domestici e rider di consegne di cibo, sono formalmente lavoratori autonomi. Tuttavia, alcuni di loro devono rispettare molte delle stesse regole e restrizioni di un lavoratore subordinato». Per questo, spiegano i ministri, alcuni di loro «hanno effettivamente un rapporto di lavoro e dovrebbero quindi godere dei diritti del lavoro e della protezione sociale concessi ai lavoratori ai sensi del diritto nazionale e dell’Ue».
Si diventa dipendenti rispettando tre criteri su sette
Ci sono però dei criteri da rispettare. Nella nota si specifica «i lavoratori» vengono considerati «dipendenti di una piattaforma digitale, e non lavoratori autonomi, se il loro rapporto con la piattaforma soddisfa almeno tre dei sette criteri stabiliti nella direttiva. Questi criteri includono: limiti massimi sulla quantità di denaro che i lavoratori possono ricevere; restrizioni sulla loro capacità di rifiutare il lavoro; regole che ne disciplinano l’aspetto o il comportamento». E ancora: «Nei casi in cui si applica la presunzione legale, spetterà alla piattaforma digitale dimostrare che non esiste alcun rapporto di lavoro secondo la legislazione e la prassi nazionale». Infine si sottolinea un fattore, l’importanza che «i lavoratori siano informati sull’uso di sistemi automatizzati di monitoraggio e decisionali», e che ci sia «personale qualificato» a monitorare gli algoritmi.
