Delitto d’autore

Marco Zini
16/09/2021

Il testo con cui l'Autorità per la concorrenza ha rilasciato un parere molto negativo sul recepimento da parte del governo italiano del Decreto Ue sul copyright. Puntando il dito contro i rischi di distorsione del mercato ai danni degli editori più piccoli.

Delitto d’autore

È passato poco più di un mese dall’approvazione da parte del governo dello schema di Decreto sul copyright che recepisce la Direttiva Ue del 2019 in materia. Tema controverso, di cui si discute nel momento in cui in alcuni Paesi è in atto una contrapposizione frontale tra autori, editori e i colossi del digitale. In taluni casi la controversia si è conclusa con accordi quadro (vedi in Francia), in altri, come la Spagna, si è arrivati allo scontro totale con Google che ha sospeso l’accesso alla sua piattaforma di News. Lo aveva fatto, dando fuoco alle polveri, Facebook nella lontana Australia.

Pesanti rilievi dell’Antitrust italiano sullo schema di decreto del governo

L’Italia non fa eccezione, e in questo contesto ora si inserisce come fulmine a ciel sereno il parere critico che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha inviato in data 8 settembre alle Camere e al governo, e che qui pubblichiamo nella sua interezza. Una decina di pagine che sollevano pesanti rilievi sulla bozza di recepimento che affronta il tema del diritto d’autore e dei diritti connessi nel mercato unico digitale. Il parere dell’Antitrust italiana, firmato dal suo presidente Roberto Rustichelli, si focalizza su due aspetti cruciali della Direttiva: l’uso delle pubblicazioni giornalistiche e la condivisione di opere protette da copyright da parte delle grandi piattaforme del web, rispettivamente oggetto degli articoli 15 e 17. Il primo mira a proteggere le pubblicazioni di carattere giornalistico in caso di loro utilizzo online da parte di piattaforme web, riconoscendo agli editori di giornali i diritti d’autore. Il secondo intende regolare l’utilizzo di contenuti protetti da parte di prestatori di servizi di condivisione di contenuti online, e riguarda le piattaforme con contenuti generati dagli utenti. Ma è in particolare sull’articolo 15 che l’Antitrust rileva una serie di punti controversi, che oltre a non riflettere lo spirito del mandato europeo solleverebbero serie problematiche di concorrenza. Lo Schema di Decreto introduce previsioni che, oltre ad essere estranee – e pertanto non conformi – ai principi indicati dall’articolo 9 della legge di delegazione (articolo 77, comma 1, Cost.) sono altresì idonee a restringere ingiustificatamente la concorrenza.

le critiche dell'antitrust alla norma per la tutela il copyright
Roberto Rustichelli (Dagospia).

Una normativa che sfavorisce nuovi e piccoli editori

Il nuovo articolo 43-bis della Legge sul diritto d’autore attualmente in esame determina i parametri dell’equo compenso per gli editori usando criteri (ad esempio la durata dell’attività nonché il numero di giornalisti impiegati) idonei a determinare improprie discriminazioni a sfavore degli editori nuovi entranti e minori, a favore degli incumbent, ovvero di coloro che già godono di una posizione dominante nel mercato. Secondo l’Autorità per la concorrenza lo Schema del decreto non fornisce un’adeguata definizione degli ‘estratti molto brevi’. Da qui la richiesta che vengano definiti parametri quali il numero dei caratteri/parole dell’estratto. Last but not least, la bozza non sarebbe in linea con le trasposizioni già effettuate da altri Paesi (in particolare si rimanda alla trasposizione tedesca).

Un pronunciamento destinato a condizionare il dibattito parlamentare

Un pesante freno, dopo che alcuni esponenti del governo (in testa il ministro della Cultura Dario Franceschini) avevano salutato lo schema di decreto come una vittoria di autori ed editori finalmente liberi dal giogo delle piattaforme che ne sfruttavano gratuitamente i contenuti. Ora la palla ritorna ai legislatori, ed è ovvio pensare che il parere dell’Antitrust condizionerà pesantemente il dibattito parlamentare sulla materia, oltre che rinfocolare le polemiche che da sempre la accompagnano. L’Autorità, che ha individuato importanti lacune dello Schema del Decreto legislativo chiamato a portare anche in Italia la normativa comunitaria in fatto di copyright, ora auspica che il legislatore tenga conto di questo parere tecnico nell’ambito dell’iter normativo in corso. La preoccupazione di fondo è che il recepimento in Italia della direttiva UE finisca con il compromettere la libertà del mercato e delle sue dinamiche di sviluppo.