La specializzanda di Udine che è stata aggredita sabato scorso mentre era di turno all’ospedale Gervasutta ha deciso di lasciare la professione medica. È stata proprio lei a comunicarlo dopo un incontro con il vicegovernatore del Friuli Venezia-Giulia Riccardo Riccardi.

Le parole della specializzanda di Udine
«Lascerò la professione medica» queste sono le parole della specializzanda di Udine, Adelaide Andriani, che era stata aggredita lo scorso sabato mentre era di turno alla guardia medica all’ospedale Gervasutta. Dopo un incontro con il vicegovernatore del Friuli Venezia-Giulia Riccardo Riccardi, la donna ha detto anche: ««Ci stavo pensando da tempo. Questo episodio è stata l’occasione per decidere di fare altro».
Il Vicegovernatore ha avuto un altro colloquio con l’altra vittima aggredita, Giada Aveni e alla fine di entrambi gli incontri ha affermato che «le due dottoresse stanno bene. Hanno parlato con noi di quello che è accaduto e di come hanno vissuto questa brutta esperienza». Dunque, non sono bastate le dichiarazioni del ministro della Salute Orazio Schillaci a far cambiare idea alla specializzanda di Udine. Schillaci in mattinata aveva annunciato che sarebbero stati presi provvedimenti: «Da subito ho chiesto di efficientare le attività di monitoraggio e prevenzione in capo all’Osservatorio nazionale, previsto dalla legge 113/2020 per la sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, così come intendo rendere nuovamente operativo il Comitato nazionale per l’indirizzo e la valutazione delle politiche attive, fermo dal luglio scorso».

La vicenda
Adelaide Andriani e Giada Aveni erano di turno all’ospedale Gervasutta di Udine come Guardia Medica quando sono state aggredite dall’accompagnatore di un paziente. In un lungo post sui social, la Aveni aveva spiegato cosa era accaduto: «Non è possibile che un medico nell’esercizio delle proprie funzioni venga aggredito per aver invitato un paziente, dopo avergli prestato le cure ritenute opportune, a recarsi in pronto soccorso nel suo interesse».
Inoltre, Andriani ha raccontato ai Carabinieri: «Mi ha messo le mani al collo e per qualche istante non sono riuscita a respirare, sentivo che l’aria non passava. Ho pensato: adesso muoio soffocata».