A macchia d’odio

Stefano Grazioli
28/01/2022

Il muro degli Usa nelle trattative con la Russia sull'Ucraina potrebbe avere ripercussioni sui futuri equilibri mondiali. Spingerebbe Mosca nell'abbraccio di Pechino e Putin a intraprendere politiche più aggressive. Anche al di fuori dello spazio post-sovietico. Lo scenario.

A macchia d’odio

A Mosca sono arrivate le risposte scritte degli Stati Uniti alla questione dello stop all’allargamento a Est della Nato, sullo sfondo della crisi ucraina che pare sempre lontana da una soluzione. I documenti non sono stati resi pubblici, su richiesta di Washington, e per quello che si sa le prime reazioni sono state ambivalenti. Il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha espresso scetticismo, non trovando l’apertura richiesta per quel riguarda il dossier principale, aggiungendo comunque che su altri temi minori è possibile discutere. Da Mosca si è ribadito che non ci sarà nessun attacco a Kiev, mentre Washington ha ripetuto che il rischio che la Capitale ucraina venga occupata e saccheggiata dai russi è dietro l’angolo. Al di là del gioco delle parti, si attende ora la reazione del Cremlino.

L'Ucraina e i possibili nuovi equilibri mondiali tra Usa e Russia
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e Vladimir Putin (Getty Images).

Mosca difficilmente romperà gli accordi energetici con l’Europa

Lo scenario costruito dalla propaganda occidentale vuole che a questo punto Vladimir Putin, scontento della porta sbattuta in faccia da Joe Biden e dalla Nato, scateni la sua ira in Ucraina ordinando l’invasione dell’ex repubblica sovietica e blocchi tutto il transito di gas verso l’Europa, lasciando al freddo tutto il continente, che potrebbe salvarsi solo con il gnl targato Usa. Forse. O probabilmente no, visto che se Putin bloccasse anche il transito di petrolio russo, di cui però stranamente non si parla mai ma che comunque rappresenta un quarto dell’import in Europa, allora la situazione sarebbe davvero più grave. C’è da capire quindi perché la Russia, che ai tempi della Guerra fredda è stata sempre un partner energetico affidabile, dovrebbe ora ribaltare il tavolo su cui mangia e ha sempre mangiato. Infatti non lo farà, perché in una tempesta perfetta Mosca andrebbe a fondo con tutta l’Europa.

Nel braccio di ferro Usa-Russia non va dimenticata la Cina

Il Cremlino ha però varie opzioni, che dipendono molto da quello che in realtà non si conosce sul documento, ancora segreto, che Putin sta esaminando. È evidente però che la scacchiera su cui giocano Russia e Stati Uniti non è solo quella ucraina, ma è molto più ampia e va dalla Siria all’Afghanistan, dal Venezuela alla Corea del Nord, da Cuba al Mali. E soprattutto nel mondo multipolare Russia e Stati Uniti non possono non tener conto della Cina: Pechino è il vero rivale di Washington e una rottura definitiva tra russi e americani non farebbe che avvicinare le due potenze euroasiatiche.

gli equilibri in ballo tra Usa e Russia oltre l'Ucraina
Vladimir Putin e Xi Jinping al G20 di Osaka (Getty Images).

L’Ucraina è solo uno dei nodi da sciogliere

La Russia non ha nessun interesse a invadere l’Ucraina, che comunque non entrerà nella Nato. Il Donbass occupato è una ferita aperta per Kiev che non può essere rimarginata con il proseguimento del duello scontro tra Mosca e Washington, per cui è verosimile che se non ci saranno una de-escalation e una road map verso un compromesso, o il conflitto rimarrà congelato oppure le repubbliche di Donetsk e Lugansk verranno ufficialmente riconosciute e annesse. Il modello è quello del Caucaso, con Ossezia del sud e Abcasia. Ma senza accordi in Ucraina, anche gli altri nodi saranno più difficili da risolvere, con la Russia che adotterà un approccio ancora più aggressivo – non solo nello spazio postsovietico, dal Caucaso all’Asia centrale, passando per l’Europa ancora in bilico, e dalla Bielorussia alla Moldavia – ma anche fuori dal cortile di casa. E allora tutte le altre crisi internazionali dove la Russia gioca un ruolo fondamentale, dall’Iran alla Corea del Nord passando per l’Afghanistan, si sovrapporranno ai nuovi probabili terreni di scontro sui vari continenti.

 

L'Ucraina e i possibili nuovi equilibri mondiali tra Usa e Russia
Il presidente Usa Joe Biden (Getty Images).

 

Le attività russe nell’Artico si faranno sempre più frequenti, come quelle sul continente africano, con un’espansione maggiore sul modello di quella cinese. Soprattutto la Russia potrà sfruttare i buoni contatti con alcuni Paesi latino-americani, come Cuba e Venezuela, per rispondere agli Usa vicino ai loro confini. Per Washington sarebbe una situazione non nuova, ricordando la crisi dei missili a Cuba nel 1962. Rispetto a 60 anni fa il problema sta nel peggioramento delle relazioni internazionali sull’asse Est-Ovest. Adesso c’è anche la Cina e se le minacce di Mosca vengono prese solo come sbruffonate, i cinesi potrebbero invece fra un po’ fare davvero sul serio.