Nuove denunce di arresti illegali e torture di civili, tra cui anziani, a carico dell’esercito russo. Le violenze, come riporta il report dell’organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch basato su interviste a 34 persone, si sarebbero consumate durante l’occupazione di Kherson e dintorni tra marzo e novembre del 2022. Le vittime e i loro familiari hanno riferito che gli abusi sono stati compiuti nei centri di custodia situati nelle vie Teploenergetikov – definita un «buco» – e Perekopskaya, nell’edificio dell’amministrazione comunale, nell’hangar dell’aeroporto e in una scuola a 120 chilometri da Kherson.
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Malmenati e torturati con scosse elettriche: le testimonianze raccolte da Human Rights Watch
Alcuni testimoni hanno raccontato di essere stati malmenati con bastoni, manganelli di gomma, torturati con scosse elettriche, minacciati di morte o di essere mutilati. Ed è stata loro negata ogni assistenza medica. Almeno tre detenuti sono morti. I militari russi hanno inoltre costretto i “prigionieri” a gridare slogan filo-russi, ascoltare e cantare l’inno russo e canzoni patriottiche. Durante la ritirata dalla regione, l’esercito ha portato con sé diverse persone poi rilasciate, ma non è stato loro concesso di lasciare la zona occupata. Eugen Tereshenko, procuratore dell’unità per i crimini di guerra della regione di Kherson, ha stimato che il numero di civili detenuti nel periodo di occupazione russa oscilli tra le 4 e le 5 mila unità, ma è probabile che sia più alto.
I familiari dei detenuti non hanno mai avuto informazioni sui propri cari
«Le forze di occupazione russe si sono macchiate di torture terrificanti e altri abusi contro i residenti di Kherson nel centro di via Teploenerhetykiv e in numerose altre strutture di detenzione», ha dichiarato Yulia Gorbunova, ricercatrice senior per l’Ucraina di Human Rights Watch. «I responsabili di questi atti orribili non dovrebbero rimanere impuniti e le vittime e le loro famiglie devono ricevere un risarcimento per le sofferenze oltre a ottenere informazioni sui dispersi». La maggior parte dei parenti intervistati ha infatti affermato di non aver ricevuto alcuna informazione circa i propri cari. Molti hanno cercato disperatamente di consegnare pacchi di cibo e altri beni di prima necessità senza però sapere se fossero o meno arrivati a destinazione. Va inoltre sottolineato che malmenare, torturare o uccidere intenzionalmente civili o combattenti detenuti o causare intenzionalmente sofferenze o lesioni, effettuare deportazioni o trasferimenti illegali sono considerati crimini di guerra.
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