Come nel resto del Paese, anche nei territori ucraini occupati dalla Russia gli studenti torneranno sui banchi di scuola l’1 settembre. Un rientro però diverso da come immaginato fino a febbraio. Nelle zone occupate (circa il 22 per cento dell’Ucraina) Mosca obbligherà infatti gli insegnanti a seguire il programma scolastico russo: i docenti hanno avuto tempo fino al 21 luglio per firmare un documento che attestasse la volontà di seguire le disposizioni e, molto semplicemente, chi non ha accettato è stato allontanato.
Le materie principalmente interessate da questo (letterale) cambio di programma sono storia, geografia, letteratura e lingua. Praticamente niente è invece cambiato per matematica, fisica, biologia e chimica: si tratta di materie grazie alle quali è impossibile fare propaganda. Via bandiere, stemmi e tutto ciò che possa ricordare il sentimento nazionale da facciate, corridoi e aule, mentre dal programma di letteratura sono scomparsi gli autori ucraini, sostituiti dai colleghi russi.

Programma scolastico russo, come cambia la storia
Si dice che a scrivere la storia siano i vincitori. E finora, almeno in queste porzioni di Ucraina, gli occupanti lo sono. Per cui, la storia da studiare è diventata la loro: come riporta la Bbc, nei volumi di storia il nome della Rus’ di Kyiv, ovvero l’entità monarchica medievale degli Slavi orientali sorta verso la fine del IX secolo (di fatto pietra fondante della Russia), è stato sostituito con Rus’ o Vecchia Rus’. Il racconto della Seconda Guerra mondiale, invece è maggiormente incentrato sulla vittoria sovietica, senza molto spazio per il pensiero critico sulla repressione durante il periodo dell’Urss o sul passato imperiale.
Per quanto riguarda eventi più recenti, l’annessione unilaterale della Crimea viene definita «riunificazione con la Russia». Nei libri si afferma che l’Ucraina è gestita da «nazionalisti radicali saliti al potere con il sostegno dell’Occidente» e non si fa menzione di attività di forze russe nella penisola. Nel frattempo, nell’attuale versione dei libri di testo, il numero di riferimenti a Vladimir Putin e ai suoi successi è cresciuto in modo massiccio. Come massiccio è il numero dei volumi fatti arrivare nei territori occupati: nella sola Melitopol sono stati spediti 66 mila libri di testo russi.

La scuola riparte tra dubbi e difficoltà oggettive
Dall’inizio della guerra più di 2 mila edifici scolastici sono sono state danneggiati. Più di 250 quelli completamente distrutti. Numerosi gli insegnanti filoucraini duramente colpiti dalla guerra: in tanti sono fuggiti, altri sono stati costretti a nascondersi, altri ancora sono stati allontanati. E i bombardamenti non sono esattamente un ricordo. Va da sé che, in queste condizioni, il ritorno a scuola sia irto di difficoltà: sono tanti gli istituti in cui i docenti insegneranno materie che non sarebbero di loro competenza. Ovviamente, gran parte dei genitori non è entusiasta che i figli studino il programma russo. La possibilità di studiare da remoto, metodo già sperimentato in tempo di pandemia, ci sarebbe. Ma gli occupanti scoraggiano la didattica a distanza: mamme e papà temono possibili raid casalinghi e ritorsioni da parte dei filorussi. Per incentivare lo studio del programma russo, il 24 agosto Putin ha inoltre annunciato il pagamento di un bonus una tantum: 165 euro per i genitori che manderanno fisicamente i figli a scuola entro il 15 settembre. Intanto, sui libri di testo della Russia è già comparso un capitolo dedicato alla cosiddetta “operazione militare speciale” in Ucraina.