Ucraina, boom di studenti che vogliono imparare la lingua
Dallo scoppio del conflitto è cresciuto notevolmente il numero di persone che vogliono apprendere l'ucraino. Considerata la lingua della resistenza, sulle app è boom di utenti interessati a studiarla. Tante anche le iniziative delle piattaforme per sostenere Kyiv.
Un boom dovuto soprattutto all’esplosione del conflitto. La guerra in mezzo a immani sofferenze ha portato il mondo a interessarsi sempre più alla cultura ucraina. Sono in forte aumento, ad esempio, coloro che hanno deciso di avvicinarsi allo studio della lingua di Kyiv. Svilita dall’Unione sovietica prima e dalla Russia successivamente, che la consideravano una sorta di dialetto, in realtà differisce parecchio dall’idioma parlato a Mosca e San Pietroburgo. Con questa si cala in un rapporto di somiglianza simile a quello che intercorre tra italiano e portoghese. Dallo scoppio del conflitto l’app Duolingo, rifermento nel settore dell’apprendimento linguistico, ha registrato un aumento del 577 per cento su scala globale. Addirittura del 2.677 per cento in Polonia, dove sono arrivati circa due milioni di rifugiati. C’è poi la storia del gruppo di conversazione ucraino che negli ultimi tre giorni avrebbe avuto mille iscrizioni di madrelingua russi. Questi ultimi dallo scoppio della rivoluzione arancione nel 2014 si sarebbero avvicinati all’ucraino con sempre maggiore frequenza. In totale, secondo un sondaggio del 2019, il 46 per cento della popolazione nel paese parla ucraino in famiglia, il 28 preferisce il russo. Ma i numeri sono destinati a mutare in fretta.

Perché le persone hanno deciso di avvicinarsi all’ucraino
A testimoniarlo storie come quella di Scott Richards. Capogruppo per l’Europa orientale di una società d’investimento, aveva intenzione di trasferirsi in Ucraina prima dell’invasione. La guerra lo ha bloccato, ma non gli ha impedito di tuffarsi nello studio della lingua e di seguire un corso intensivo online organizzato dall’Università cattolica ucraina di Leopoli. «Voglio parlare con gli ucraini in ucraino», ha spiegato al Guardian. «Elogiarli per l’incredibile coraggio con cui stanno resistendo a una simile aggressione», ha detto. Sophia Reshetniak, 20 anni di Kharkiv, parlava russo in famiglia e ucraino a scuola. Impartiva lezioni private di entrambe le lingue, poi è dovuta fuggire dal Paese. Oggi è entrata nel circuito di NaTakallam (parliamo) azienda che assume profughi e sfollati per consentire loro di insegnare sul web. Il progetto nacque nel 2015, con l’obiettivo di generare reddito per i siriani residenti in libano. Gente che a causa della guerra aveva perso tutto, a cui adesso viene garantito un compenso minimo di 10 dollari l’ora. La piattaforma offre corsi in armeno, inglese, francese, curdo, persiano e spagnolo. Da marzo anche ucraino e russo. Idiomi a cui si sono già detti interessati in circa 200.

Le offerte delle piattaforme per sostenere la guerra in Ucraina
Dietro l’interesse crescente anche le numerose offerte delle piattaforme, che hanno deciso di agevolarne l’apprendimento. LingQ prevede lezioni gratis di ucraino e contestualmente accesso free agli ucraini che intendano imparare altre lingue. Duolingo si è impegnato a donare tutte le entrate pubblicitarie generate dagli studenti di ucraino ai soccorsi «almeno per il prossimo anno». Babbel ha garantito l’accesso gratuito agli ucraini in fuga dalla guerra affinché sia meno complesso il processo di inserimento nei nuovi Paesi. Busu ha fatto lo stesso, seppur per un periodo di tre mesi e per tredici lingue.