Ucraina, sei mesi di guerra: i numeri del conflitto

Matteo Innocenti
24/08/2022

Il Giorno dell’Indipendenza dell’Ucraina coincide con i sei mesi dall’invasione da parte di Mosca. I numeri del conflitto, dai soldati caduti ai civili uccisi, fino ai milioni di rifugiati e alla percentuale di territorio in mano russa. Intanto gli studenti si preparano a tornare a scuola. Ed è ricominciato il campionato di calcio.

Ucraina, sei mesi di guerra: i numeri del conflitto

L’Ucraina il 24 agosto celebra il suo Giorno dell’Indipendenza e la festività quest’anno cade a sei mesi dall’inizio dell’invasione russa: «Per la nostra festa dell’indipendenza temo cose crudeli da parte di Mosca», ha detto il presidente Volodymyr Zelensky qualche giorno fa. Il 24 agosto 1991, l’Ucraina si dichiarò indipendente dall’Unione Sovietica, imitando le tre repubbliche baltiche e la Georgia, quando l’Urss era già sull’orlo del collasso. La secessione si concretizzò il primo dicembre, quando un referendum si concluse con un risultato plebiscitario a favore dell’addio a Mosca. Che da sei mesi, dopo aver annesso unilateralmente la Crimea nel 2014, è tornata prepotentemente nel Paese, tentando di riprendersi ciò che un tempo era suo. O, almeno, una parte. Il punto sulla guerra in Ucraina.

Caduti 9 mila soldati ucraini, mentre Mosca non parla dei suoi morti

In sei mesi di guerra, la Russia ha perso più di 45 mila soldati. Lo ha dichiarato ieri lo stato maggiore delle forze armate ucraine. L’esercito di Mosca ha perso anche 4.238 veicoli corazzati da combattimento, 234 velivoli, 198 elicotteri, 15 navi da guerra, 1.921 carri armati. Sono invece 9 mila gli ucraini caduti, definiti «eroi» dal capo dell’esercito Valerii Zaluzhnyi, che non ha precisato se si stesse riferendo a solo ai militari. La Federazione Russa, invece, non si esprime né sui propri caduti né su quelli altrui. Più basse le stime dei servizi segreti statunitensi: 15 mila soldati russi morti, un numero pari al totale delle vittime sovietiche durante l’occupazione dell’Afghanistan da parte di Mosca tra il 1979 e il 1989. Secondo le stime dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, dal 24 febbraio sono stati registrati 5.587 civili uccisi e 7.890 feriti, vittime soprattutto di armi esplosive come artiglieria, missili e attacchi aerei. Per l’Unicef sono almeno 972 i bambini morti dall’inizio della guerra.

Ucraina, sei mesi di guerra: i numeri del conflitto, dai soldati caduti ai civili uccisi, fino ai milioni di rifugiati.
Mezzi militari russi, catturati dall’esercito di Kyiv, in mostra nella capitale ucraina (DIMITAR DILKOFF/AFP via Getty Images)

Il 22 per cento del territorio ucraino è in mano russa

Al 24 agosto, il 22 per cento del territorio ucraino è sotto occupazione russa: la quota comprende la Crimea, annessa unilateralmente dalla Russia nel 2014 dopo un referendum, così come i territori delle repubbliche secessioniste di Donetsk e Luhansk. Secondo il Ministero della Difesa britannico, «l’offensiva nel Donbass ha fatto progressi minimi e la Russia si aspetta un grande contrattacco dall’Ucraina. Operativamente, la Russia sta vivendo una carenza di munizioni, equipaggiamento e personale. Il morale è basso in molte unità militari e le condizioni dell’esercito sono notevolmente peggiorate». La guerra appare in una fase di stallo, almeno per quanto riguarda l’avanzata russa: è addirittura l’Ucraina ad essere passata al contrattacco nelle ultime settimane.

La crisi umanitaria: 6,6 milioni di rifugiati

Milioni di persone sono state sradicate dalle loro case e vite in Ucraina, in quella che è diventata la più grande e rapida crisi di sfollamento dalla Seconda guerra mondiale, secondo l’International Rescue Committee. Dal 24 febbraio circa un terzo dell’intera popolazione ucraina, di oltre 41 milioni di abitanti, è stata costretta ad abbandonare le proprie case. Come ha reso noto l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, in tutta Europa sono stati registrati un totale di oltre 6,6 milioni di rifugiati dall’Ucraina.

Ucraina, sei mesi di guerra: i numeri del conflitto, dai soldati caduti ai civili uccisi, fino ai milioni di rifugiati.
Sono circa 6,6 milioni gli ucraini rifugiati all’estero (Adam Berry/Getty Images)

La ricostruzione potrebbe costare 750 miliardi 

Secondo le stime della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, nel 2022 l’economia ucraina subirà una contrazione del 45 per cento. In attesa di capire come evolverà il conflitto, a luglio il primo ministro Denys Shmyhal ha dichiarato che la ricostruzione del Paese dopo la guerra potrebbe costare 750 miliardi di euro. Ovviamente, il conflitto sta provocando ripercussioni ovunque: basti pensare al caro-energia e alla crisi del grano. Il Fondo monetario internazionale prevede che l’economia mondiale crescerà del 3,2 per cento nel 2022, in calo rispetto al 6,1 per cento dell’anno scorso. Per quanto riguarda la Russia, la banca centrale di Mosca prevede che l’economia nazionale subirà una contrazione di circa il 5 per cento nel 2022.

Ucraina, sei mesi di guerra: i numeri del conflitto, dai soldati caduti ai civili uccisi, fino ai milioni di rifugiati.
La distruzione di Mariupol, città teatro di aspri combattimenti (STRINGER/AFP via Getty Images)

Ucraina, distrutti 2.300 edifici scolastici

A sei mesi dallo scoppio della guerra, i bambini ucraini si preparano al ritorno sui banchi di scuola. Secondo il ministero dell’Istruzione di Kyiv, i combattimenti hanno danneggiato 2.300 dei 17 mila istituti scolastici presenti nel Paese. Circa il 59 per cento di tutte le scuole e università non sarà pronto a riprendere le lezioni di persona a settembre, ha affermato il ministro Serhiy Shkarlet. 22 mila dei 434 mila educatori ucraini (che per la maggior parte sono donne) hanno lasciato il Paese.

Adozioni illegali, Kyiv contro Mosca

Martedì 23 agosto, Kyiv ha accusato Mosca di aver organizzato adozioni di massa illegali di bambini ucraini, dopo averli trasferiti dai territori occupati alla Russia: «Più di mille bambini di Mariupol sono stati trasferiti illegalmente a estranei a Tyumen, Irkutsk, Kemerovo e Altai Krai». Il ministero degli Esteri ha affermato di aver basato i suoi risultati sulle informazioni delle autorità locali di Krasnodar, una città della Russia meridionale vicino all’Ucraina.

Un calcio alla guerra: al via la Prem”jer-lіha

Intanto, è ripartito il campionato di calcio ucraino. Dopo una breve cerimonia e un minuto di silenzio per le vittime dell’invasione russa, la prima partita della Prem”jer-lіha si è giocata ieri con calcio d’inizio a mezzogiorno. In campo Shakhtar Donetsk e Metalist Kharkiv, che hanno pareggiato 0-0 allo Stadio Olimpico di Kyiv.


La maggior parte delle 16 squadre partecipanti giocherà nella capitale, nei suoi dintorni e nella parte occidentale del Paese, in particolare a Leopoli, la città più attrezzata per ospitare gli incontri. Le partite saranno giocate a porte chiuse, in stadi dotati di sirene e con rifugi antiaerei nelle immediate vicinanze. «La scelta di disputare un campionato di calcio durante una guerra non riguarda soltanto lo sport. Vogliamo dimostrare la tenacia del nostro popolo, del suo spirito e il nostro desiderio di vittoria. È un’iniziativa unica nella storia: il calcio, contro la guerra, durante una guerra» ha detto il presidente federale Andriy Pavelko alla presentazione della stagione.