Verrà firmato alle 9 del 3 giugno ma la conferenza degli Ambasciatori dei 27 Paesi membri dell’Unione Europea l’ha approvato – e non senza polemica. Il sesto pacchetto di sanzioni europee contro la Russia è pronto. Al suo interno c’è l’ormai celebre embargo al petrolio di Mosca. Resta fuori, invece, il patriarca ortodosso Kirill. Proprio a causa del leader della Chiesa ortodossa si è rischiato che l’Ue non riuscisse ad approvare il pacchetto. Il premier ungherese Viktor Orban, infatti, si è opposto in mattinata alla manovra contro Kirill, generando non solo il brusco stop ai colloqui ma anche un gran numero di polemiche.

Europa: sì al blocco del petrolio, ma da gennaio e solo via nave
Ci sono voluti giorni ma alla fine il Coreper, la conferenza degli Ambasciatori dei 27 Paesi membri, ha detto sì. L’embargo al petrolio della Russia ci sarà. La misura è stata inserita e approvata all’interno del sesto pacchetto di sanzioni europee contro Mosca, a 100 giorni dall’inizio dell’invasione in Ucraina. Lo stop agli acquisti del petrolio scatterà da gennaio, ma riguarderà soltanto il prodotto importante via nave. Così facendo, l’Ue ha scongiurato l’ennesimo voto negativo dell’Ungheria, che invece potrà essere ancora rifornita via terra. A pieno regime la norma bloccherà il 90 per cento degli acquisti comunitari. Il nodo ungherese ha rischiato di far saltare i colloqui, ma alla fine l’Europa è riuscita ad accordarsi.
Le altre misure inserite
Non c’è soltanto l’embargo del petrolio. Tra le altre misure inserite nel pacchetto, c’è l’esclusione di Sberbank dal circuito Swift. E ancora le sanzioni a tre emittenti radiotelevisive russe e ai militari che saranno ritenuti colpevoli di crimini di guerra contro il popolo ucraino. Infine, avrebbe dovuto esserci anche il patriarca Kirill, ma il leader della Chiesa ortodossa non è stato inserito dopo il no di Orban. Un potenziale terreno di scontro che rischiava di far saltare gli accordi. Alla fine, non inserendolo, è arrivato il via libera.
