Vladimir Putin ha accolto l’appello del patriarca Kirill di sospendere gli attacchi in coincidenza con le celebrazioni del Natale ortodosso. L’annuncio è arrivato direttamente dal Cremlino, rilanciato dalle agenzie russe. Il presidente avrebbe incaricato Serghei Shoigu, il ministero della Difesa di mosca, di introdurre i l regime di cessate il fuoco. La guerra in Ucraina si fermerà dalle 12 del 6 gennaio alla mezzanotte del 7. O almeno potrebbe, se anche l’Ucraina deciderà di non attaccare, acconsentendo alla richiesta che la presidenza russa ha dichiarato di aver presentato: «Chiediamo anche alla parte ucraina di dichiarare un cessate il fuoco e consentire ai cittadini di partecipare alle funzioni natalizie».

Kyiv sulla richiesta di Kirill: «Una trappola»
Si attende la risposta dell’Ucraina, che nelle scorse ore non era parsa entusiasta alla richiesta presentata da Kirill a Putin. Per il governo di Kyiv, l’appello del patriarca della Chiesa ortodossa sarebbe stata soltanto «una trappola cinica e di propaganda». Dal canto suo, Kirill era stato chiaro nel chiede al presidente russo di sospendere le ostilità, proprio dalle 12 del 6 fino alle 24 del 7 gennaio, così da permettere agli ortodossi di «assistere alle funzioni della vigilia di Natale e del giorno della Natività di Cristo».
Erdogan a Zelensky: «Pronti a mediare»
Contemporaneamente alla richiesta di «cessare il fuoco» presentata da Kirill, anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha parlato con Putin chiedendo di fermarsi. Il numero uno di Ankara ha tentato di mediare più volte, spesso chiamando personalmente il proprio omologo di Mosca. E dopo il colloquio telefonico, Erdogan ha chiamato anche Volodymyr Zelensky. Al presidente ucraino ha detto di essere «pronto a mediare per una pace duratura». L’agenzia Anadolu rivela che il turco starebbe cercando di trovare un modo per ideare un «piano più morbido» da entrambe le parti. Soltanto così, secondo Erdogan, si potrebbe arrivare allo stop definitivo alle ostilità tramite la via diplomatica.
