Il professore della Luiss Alessandro Orsini continua a far discutere. Dopo l’ormai celebre frase sul fatto che «anche nelle dittature un bambino può essere felice», ieri l’ospite di Cartabianca ha dato vita a una nuova polemica. Durante la puntata della trasmissione di RaiTre, Orsini ha fatto scatenare gli ospiti con una dichiarazione che ricalca quanto detto nelle scorse settimane. «Mio nonno durante il fascismo ha avuto un’infanzia felice», ha dichiarato, generando la reazione di Antonio Caprarica e Guido Crosetto. E il professore ha anche affermato di ricevere numerose lettere dalle mamme di Mariupol, che gli scriverebbero di fermare la guerra e l’invio di armi a Kyiv.

Orsini a Cartabianca: «La guerra non è un gioco»
Come sempre, Orsini se la prende con tutti. Il primo attacco è contro il governo italiano, «subordinato all’America». Il professore spiega che l’Italia, dal suo punto di vista, «dovrebbe staccarsi dall’Ue e aprire una trattativa con la Russia riconoscendo l’indipendenza del Donbass e ritirare le sanzioni. Draghi deve dire che non invia più armi a Zelensky». Quello delle armi è un punto cruciale perché secondo lui il sostegno all’Ucraina porterà Putin a «lanciare bombe atomiche piuttosto che perdere la guerra». L’allarme di Orsini è chiaro: «Stiamo attenti che con questa folle gestione della guerra rischiamo di segare il ramo su cui siamo seduti. Rischiamo di trasformare la guerra ucraina in un Vietnam aumentando le probabilità che Putin utilizzi l’arma atomica. La guerra non è un gioco».
Orsini, le famiglie di Mariupol e i bambini in dittatura
Poi la rivelazione sui contatti con le famiglie a Mariupol. «Mi scrivono tutti i giorni», racconta, «e mi dicono che gli italiani sono impazziti a inviare le armi. Ci sono migliaia di mamme e bambini che non vogliono la guerra». Il dibattito degenera, con Caprarica e Crosetto ad attaccarlo. Ma lui non demorde e torna sulle dichiarazioni relative all’infanzia sotto le dittature. «L’Italia fino al 1945 non è stata mai una democrazia liberale e mio nonno ha avuto un’infanzia felice sotto il fascismo», dichiara, generando aspre polemiche. Crosetto lo ferma e gli fa notare che «fino ad ora sono morti solo bambini ucraini sotto le bombe lanciate da Putin». E sui social il nome di Orsini è tra i più scritti e cliccati, a causa delle polemiche.
