Patto, doppio pacco e contropaccotto

Stefano Grazioli
07/02/2022

Il nuovo asse tra Cina e Russia in chiave anti-Nato e anti-Usa cambia gli equilibri mondiali geopolitici e commerciali. Ed è un salvagente per Putin in caso di sanzioni. Ma non è un matrimonio d'amore destinato a durare in eterno. L'analisi.

Patto, doppio pacco e contropaccotto

Dieci mesi fa, nell‘aprile del 2021, la Russia iniziò per la prima volta massicce esercitazioni militari e spostamenti di uomini e mezzi verso il confine ucraino. Già allora era scattato in Occidente, molto più che nell’Ucraina stessa, l’allarme per una invasione su larga scala dell’ex repubblica sovietica. In primavera e in estate non era però successo nulla. Lo scorso autunno, dopo Zapad 2021, altra esercitazione russa nelle regioni sud-occidentali della Federazione, è ripartito il gioco della propaganda: da una parte Mosca a parlare di innocenti wargame, dall’altra Washington e Bruxelles a vedere l’invasione dietro l’angolo, annunciata prima per novembre, posticipata ogni mese, sino a che ora non pare sia più imminente, ma non si sa mai.

Il nuovo asse tra Cina e Russia in chiave anti-Usa

Le ultime notizie dagli Usa danno le truppe russe pronte ad attaccare, quella dalla Russia ripetono che a un assalto non pensa nessuno, mentre a Kiev si dice che è più o meno tutto come prima, da quando Mosca ha annesso la Crimea nel 2014 e piazzato decine di migliaia di soldati a ridosso del Donbass. In attesa delle prossime esercitazioni congiunte di Russia e Bielorussia previste dal 10 al 20 febbraio che faranno salire la tensione, accompagnate dall’arrivo di armi e uomini della Nato in Europa dell’Est, la notizia più importante è arrivata però da Pechino, dove l’incontro previsto a margine dell’apertura dei Giochi Olimpici tra Xi Jinping e Vladimir Putin ha partorito in maniera quasi ufficiale il nuovo asse tra Cina e Russia in chiave anti-americana.

russia e cina: il possibile asse anti Usa
Xi Jinping all’inaugurazione delle Olimpiadi invernali di Pechino (Getty Images).

Per Mosca e Pechino l’influenza di Washington è «destabilizzante»

I due presidenti hanno firmato una dichiarazione congiunta per denunciare l’influenza americana, definita ‘destabilizzante’, in Europa e Asia e si sono opposti a una eventuale futura espansione dell’Alleanza atlantica in Europa, denunciando «l’influenza negativa per la pace e la stabilità della regione la strategia degli Stati Uniti nell’indo-pacifico» e sottolineando anche la preoccupazione per la creazione nel 2021 di Aukus, l’alleanza militare tra Usa, Gran Bretagna e Australia. Insomma, più chiari di così i due autocrati non potevano essere. Ed è comunque la prima volta che insieme si schierano in maniera aperta contro la Nato. La questione ucraina non è emersa chiaramente, ma è evidente che il nodo della questione è per la Russia proprio lì e la Cina, sempre molto cauta, tanto che non ha mai riconosciuto l’annessione della Crimea, ha fatto però la sua scelta di campo, anche se ovviamente in caso di conflitto aperto starebbe alla finestra.

L'asse tra Cina e Russia in chiave anti Usa e anti Nato
Civili ucraini si addestrano in vista di una possibile invasione russa (Getty Images).

Un matrimonio di interessi che va avanti da 20 anni

L’alleanza tra Mosca e Pechino non è certo cosa nuova. Si è sviluppata negli ultimi 20 anni sui binari energetici e commerciali, rafforzandosi dal 2014 con la crisi Ucraina e le sanzioni occidentali nei confronti della Russia. Non un matrimonio d’amore, nemmeno di necessità, piuttosto basato su interessi. Non è affatto detto che durerà in eterno, accanto alle aree di cooperazione ci sono quelli di concorrenza e competizione, ma se Putin e Xi vanno a braccetto ora, è molto probabile che lo faranno i loro, primi, successori, nella prospettiva del nemico comune. Si tratta di una partnership strategica che gli Stati Uniti hanno contribuito a costruire e che ora si trovano a dover affrontare su una scacchiera che va dall’Europa orientale all’Asia centrale, dal Mediterraneo al Pacifico, dall’Africa all’America latina.

russia e cina: il possibile asse anti Usa
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Emmanuel Macron e Vladimir Putin (Getty Images).

Xi Jinping pronto a tendere una mano a Putin in caso di sanzioni

La dichiarazione di Pechino è comunque un segnale chiaro, soprattutto nel momento in cui è arrivata, con la tensione alle stelle tra Russia e Occidente e il rischio di un conflitto ampliato in Ucraina. Nel caso di un’invasione, pesanti sanzioni si abbatterebbero su Mosca che troverebbe in Pechino il salvagente con cui stare a galla. Sia per quel riguarda il blocco di Nord Stream 2 e i flussi energetici che si stanno progressivamente spostando da Occidente verso oOriente, sia per un eventuale nuovo sistema alternativo allo Swift, accompagnato alla de-dollarizzazione ora in fase solo embrionale. Scenari in ogni caso ipotetici, che si ritorcerebbero anche su Europa e Usa. Allo stato attuale della situazione non si può che attenere, con le bocce sempre ferme e la diplomazia internazionale, Emmanuel Macron in testa, sempre al lavoro.