Dal senso della Roma bene per la tragedia ucraina a Pasquino l'”inibito”: le pillole della giornata

Gianfranco Ferroni
04/03/2022

Dal senso delle signore della Roma bene per la tragedia ucraina a Gianfranco Pasquino che per qualche dem è ancora 'l'inibito'. Le pillole di Tag43.

Dal senso della Roma bene per la tragedia ucraina a Pasquino l'”inibito”: le pillole della giornata

Roma, tardo pomeriggio di un freddo giovedì, davanti a un caffè in zona Mazzini, a pochi passi dalla sede della Rai, e pure della Corte dei Conti, due signore ‘bene’ parlano degli abitanti di Kiev e dintorni. Per la precisione, di colf. Un dialogo che la dice lunga su una certa realtà romana, dove la legalità sembra “un optional non previsto dalla casa”. La prima dice: «Sai, ho visto la tua ex domestica ucraina in giro, poco fa, quella che lavorava da te. Erano mesi che non si faceva vedere, che fine aveva fatto? Non era mica tornata a casa, vero? Quella che non si voleva vaccinare». La seconda risponde subito: «L’avevo mandata via proprio perché rifiutava vaccini e tamponi, ma l’ha presa immediatamente una odiosa con cui avevo litigato tempo fa, quella con il villone all’Olgiata. Tanto lì è talmente grande che nemmeno usciva di casa, capirai con 10 stanze e
il parco. Comunque anche quella la paga a nero, come me, cosa credi? Ma io senza vaccino non l’ho voluta tenere. Tanto quella risultava ancora residente in Ucraina, era entrata clandestina, figurati se le pagavo i contributi». E la prima completa lo scenario: «Pensa che a me ha detto che farà finta di essere arrivata ora, scappando dall’Ucraina, per avere lo status di rifugiata. Continuando a lavorare all’Olgiata, a nero. Ma come si fa?».

dalle signore romane sulle colf ucraine a Razzi e Pasquino
Antonio Razzi e Maria Jesus Fernandez al Roma Film Festival del 2019 (getty Images).

Le passeggiate di Antonio Razzi 

Antonio Razzi si fa sempre notare: l’altro pomeriggio passeggiava nel centro storico di Roma, guardando le vetrine dei negozi. L’ex parlamentare si è fermato lungamente a piazza della Maddalena, per ammirare la facciata rococò della chiesa che ospita le spoglie mortali di san Camillo de Lellis. Che era abruzzese, come Razzi.

Eleonora Giorgi al museo

Appuntamento culturale nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna, a valle Giulia, dove è apparsa l’attrice Eleonora Giorgi: una visita motivata dalla presentazione del catalogo dedicato alla mostra Antonietta Raphaël. Attraverso lo specchio curata da Giorgia Calò e Alessandra Troncone e promossa in collaborazione con l’Istituto lituano di Cultura e l’Ambasciata di Lituania in Italia. Giorgi oltre al cinema ama l’arte, e anche l’altra sera conversando nella sala del museo ha dimostrato la sua passione per le opere di tutta la famiglia Mafai. Una mostra che ha restituito «i frammenti di un corpus di opere molto articolato e di una vita intensa, piena, operosa e devota all’arte, per raccontare un’artista che ha detto la verità, in modo olimpico, animale senza illusioni, con ferocia e con determinazione, quella che ha speso nelle lotte dei suoi incubi (sempre definiti sogni) e quella che ha profuso per plasmare la materia, dura come quella della pietra e del palissandro o tenera come l’argilla o la pasta di colore sulla tela», ha detto Cristiana Collu, direttore della Galleria Nazionale. La figura di Antonietta Raphaël (Kaunas 1895 – Roma 1975), artista di origini lituane esponente di spicco della Scuola romana, è stata narrata attraverso dipinti, sculture e opere su carta, accompagnati da documenti, fotografie di famiglia, lettere e pagine dei suoi diari, senza dimenticare una selezione di opere di Mario Mafai, ovvero il compagno di una vita, insieme a un video documentario inedito realizzato per l’esposizione museale.

dalle signore romane sulle colf ucraine a Razzi e Pasquino
Eleonora Giorgi (Getty Images).

Nel Pd chiamano ancora Pasquino l'”inibito”

Sono passati tanti anni dal fattaccio: era il 2009, quando al professor Gianfranco Pasquino venne impedito di partecipare alle Primarie del 25 ottobre a Bologna. Tecnicamente, gli inibirono di andare ai seggi: cancellato dalle liste degli elettori del partito per essersi presentato alle Amministrative con la lista civica Cittadini per Bologna, in concorrenza con quella del centrosinistra. Da via Rivani, la storica sede bolognese, non gradirono il suo desiderio di votare per il segretario democratico. Lui disse: «Non ho la tessera. E non ho ricevuto nessuna comunicazione, come possono impedirmi di andare alle urne? Ho a cuore le sorti della sinistra». Fatto sta che, a ormai 13 anni di distanza, ricordando questa vecchia storia, quando il politologo appare in televisione c’è un esponente del Partito democratico che dice subito «toh, ecco l’inibito». E non è nemmeno di Bologna.