Una guerra nella guerra. Portata avanti a colpi di intelligence. Le rivelazioni del Washington Post sui contatti tra il fondatore della Wagner Evgeny Prigozhin e i servizi militari ucraini (GUR) hanno tinte degne della migliore spy story. Come scrive il quotidiano statunitense, in cambio del ritiro dell’esercito di Kyiv da Bakhmut, Prigozhin a fine gennaio si era offerto di rivelare al nemico le posizioni delle truppe russe. Il rapporto, basato sui documenti riservati trapelati con i Pentagon leak, se fosse confermato porterebbe lo chef di Putin dritto a un’accusa per tradimento. L’Ucraina aveva però rispedito al mittente l”offerta, fiutando il rischio di una trappola. Prigozhin, da mesi in rotta con il ministero della Difesa russo, sarebbe andato oltre consigliando alle forze ucraine di avanzare verso il confine con la Crimea. L’esistenza di un contatto diretto tra Prigozhin e il GUR, tra telefonate e incontri ai vertici in Africa, è stato confermato da due funzionari ucraini secondo i quali vale ancora il vecchio detto: tieni vicino i tuoi amici e ancor più vicino i tuoi nemici. Il fondatore della Wagner dal canto suo su Telegram ha ironizzato sul rapporto del Wp tagliando corto: «Io e Budanov (il capo del GUR, ndr) siamo ancora in Africa». E si è preso gioco dei giornalisti che «avrebbero dovuto lavorare un po’ di più e prendere screenshot dal telefono» per confermare i suoi contatti con Budanov.

Le parti dell’intervista a Zelensky del Washington Post cancellate
Ad aprire il caso è stata la scomparsa, subito dopo la messa online, di alcune parti dell’intervista rilasciata da Volodymyr Zelensky ad alcuni giornalisti del quotidiano e pubblicata il 13 maggio. Come riporta Meduza, dall’intervista è stata cancellata la parte in cui il presidente ucraino risponde a una serie di domande sulla fuga di documenti segreti Usa e sui contatti non ufficiali tra Prigozhin e l’intelligence ucraina. Nella parte scomparsa dal sito, i giornalisti del Wp avevano chiesto al presidente ucraino se fosse o meno a conoscenza dei contatti tra il fondatore della Wagner e il GUR. «Questo è un segreto militare», aveva prima risposto il presidente senza smentire né confermare. «Volete che io sia processato per tradimento?». Chiedeva poi a sua volta chi in Ucraina starebbe svelando informazioni di guerra riservate, «il crimine più grave nel nostro Paese». Riavvolgendo il nastro, secondo le informazioni in possesso del Wp, il 13 febbraio Kirill Budanov, capo dell’intelligence militare dell’Ucraina, avrebbe informato Zelensky del piano russo per destabilizzare la Moldavia con l’aiuto di due ex combattenti della Wagner. «Budanov», incalzava il Wp, «le ha detto che vede questo schema come un modo [per i russi] per condannare Prigozhin [per i contatti con la GUR], perché “abbiamo a che fare con lui”. Lei ha incaricato Budanov di informare la presidente moldava Maia Sandu, e Budanov le ha risposto che il GUR ha fatto notare a Prigozhin che sarebbe stato dichiarato un traditore al soldo dell’Ucraina. Il documento dice anche che Budanov si aspettava che i russi usassero i dettagli dei colloqui segreti di Prigozhin con la GUR e gli incontri con gli ufficiali della GUR in Africa». Zelensky si era detto sorpreso. «Semplicemente non capisco da dove prendiate queste informazioni, con chi state parlando. Pubblicate ancora informazioni che non aiutano il nostro Stato. Quindi non ho ben capito di cosa parliate né capisco il vostro scopo. L’obiettivo è aiutare la Russia? Quindi abbiamo obiettivi diversi. Se non sono seduto allo stesso tavolo con loro, non capisco bene di cosa stiamo parlando. Ognuna di queste domande non fa che demotivare l’Ucraina, e alcuni partner ad aiutarci». I giornalisti del Washington Post avevano assicurato che l’obiettivo dell’intervista non era certo dare manforte a Mosca ricordando come le informazioni fossero contenute nei leak. «I documenti», ha risposto Zelensky, «non si trovano su Internet. Le persone normali non possono accedervi». E, ancora: «Pubblicate informazioni sulla controffensiva dell’Ucraina, su questo o quello. Vi ho detto cosa penso che sia – come dirlo? – qualcuno da qualche parte ha sentito qualcosa, ha pubblicato qualcosa, ma l’informazione è diversa e non aiuta l’Ucraina». Successivamente, il presidente ha detto di non considerare «sensibile» la fuga di documenti segreti statunitensi. «Se vi dico che tutto questo è delicato, vorrà dire che si tratta di documenti reali. Per favore, smettetela di giocare con me. Sono il presidente di un Paese in guerra», rifiutandosi poi di commentare ulteriormente.

Prigozhin nel mirino del ministero della Difesa russo
Secondo le fonti di Meduza, il Cremlino avrebbe già dato ordine alla propaganda di Stato di bollare Prigozhin come un traditore in caso avesse continuato ad attaccare i vertici della Difesa e dell’esercito. Secondo il Washington Post il ministero guidato da Sergei Shoigu stava preparando una campagna per criticare pubblicamente Prigozhin, ma non è stato in grado di organizzarla. Almeno non per ora.