L’Ucraina ha un piano per strappare alla Russia la Crimea, penisola annessa unilateralmente da Mosca nel 2014, a seguito di un referendum mai riconosciuto dalla comunità internazionale. Lo ha annunciato con un post su Facebook Oleksiy Danilov, segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa. Il piano è articolato in 12 punti. Tra essi la distruzione del ponte di Kerch, che collega la Crimea alla Russia: simbolo dell’annessione, è crollato in parte a ottobre per l’esplosione di un camion-bomba.

Cosa prevede il piano illustrato da Danilov
Il piano illustrato da Danilov prevede inoltre l’espulsione di tutti i cittadini russi che si sono trasferiti in Crimea dopo il 2014, con il conseguente annullamento di tutti gli accordi immobiliari formalizzati da quell’anno in poi. Come spiegato da Danilov, il piano comprende un meccanismo di valutazione del grado di coinvolgimento di cittadini ucraini e residenti in Crimea nel sostegno alle attività delle amministrazioni di occupazione, che include la restrizione dei diritti civili, compresa la partecipazione alle elezioni. Il terzo punto del documento riguarda i dipendenti pubblici, i giudici, i pubblici ministeri, i funzionari delle forze dell’ordine e altre categorie di persone che in Crimea erano sul libro paga delle autorità ucraine ma hanno lavorato per le strutture di occupazione russa dopo il febbraio 2014: se saranno riconosciute responsabilità, saranno privati della pensione o non potranno più lavorare per l’Ucraina.

Il nuovo nome per Sebastopoli: Akhtiar
Secondo il punto 11, dopo la liberazione della Crimea ci sarà l’immediato rilascio di tutti i cittadini ucraini, dei tatari di Crimea e degli ucraini perseguitati dalla Federazione Russa per motivi politici dal 2014, con il risarcimento dei danni morali. Il piano di Kyiv prevede poi un nuovo nome per Sebastopoli, su cui deciderà il Parlamento: la città potrebbe essere ribattezzata chiamerà Akhtiar.
La Federazione Russa, come condizione per la pace, ha chiesto all’Ucraina di riconoscere la sovranità di Mosca sulla Crimea e di “certificare” le altre annessioni dichiarate dal Cremlino. Kyiv ha escluso invece qualsiasi colloquio fino a quando le truppe russe non lasceranno tutti i territori occupati, compresa la Crimea.