Non sarebbero, come sostenuto dal Cremlino, sabotatori ucraini gli autori del blitz del 2 marzo nei villaggi di Lyubechane e di Sushany, nella regione russa di Bryansk, a pochi chilometri dal confine ucraino, ma uomini del cosiddetto Corpo dei Volontari Russi (RDK), formazione paramilitare di estrema destra che ha rivendicato l’attacco con un video postato su Telegram. I miliziani confermano di essere russi, spiegano di «non combattere i civili» e invitano i connazionali «a sollevarsi e combattere». In altri video girati davanti a un ufficio postale di Lyubechane appare la bandiera del corpo dei volontari: una spada stilizzata su uno scudo su sfondo azzurro. La dinamica è ancora tutta da verificare, ma alcuni giornalisti hanno riconosciuto uno di loro: si tratta del comandante dell’RDK Denis Kapustin, meglio conosciuto con gli pseudonimi Denis Nikitin e White Rex, il re bianco.

Chi è Kapustin, il re bianco punto di riferimento dell’estrema destra europea
Personaggio ambiguo e pieno di ombre, Kapustin è nato a Mosca 38 anni fa (ma anche sull’età ci sono dubbi). Nel 2001 la sua famiglia si è trasferita a Colonia, secondo Der Spiegel ottenendo un permesso di soggiorno permanente come profughi ebrei. Un’altra contraddizione, visto che il re bianco si professa neonazista. Certo è che Kaputin, amante delle risse, si fa conoscere negli ambienti degli hooligan. Tornato in Russia entra negli ultras del CSKA. Nel frattempo si dedica alle MMA, le arti marziali miste, organizzando tornei che richiamano neonazisti e neofascisti di mezza Europa, tra cui membri del Partito nazionale democratico tedesco e dell’italiana CasaPound. Nikitin, un metro e 88 per 106 chilogrammi, diventa così, secondo l’esperto di estrema destra Robert Klaus, «una figura chiave tra gli estremisti di destra in Europa» e «uno dei neonazisti più pericolosi del continente».
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Il marchio White Rex e i collegamenti con la Svizzera e la Germania
Nel 2008 si butta begli affari creando il marchio di abbigliamento White Rex, specializzato in indumenti con simboli nazisti, dalle svastiche alle celtiche fino al sole nero, simbolo della runologia esoterica. White Rex però è più di un marchio di moda, visto che la società organizza e supporta eventi di arti marziali in tutta Europa. Da Roma ad Atene fino alla Battaglia dei Nibelunghi di Ostritz, in Sassonia. Il brand diventa uno dei punti di riferimento della galassia nera eversiva. In un primo momento, come ricorda un documentario della RSI, è stato commercializzato dalla Fighttex, società di Berna il cui unico membro del cda risulta essere Florian Gerber, noto esponente del partito di estrema destra PNOS (Partito degli svizzeri di orientamento nazionalista), del quale è stato presidente dal 2019 fino al suo scioglimento nel febbraio 2022. Ora il marchio però fa capo a una ditta tedesca legata sempre all’estrema destra. In Germania Nikitin, come ricorda lo Spiegel, aveva buoni contatti con Thorsten Heise e Tommy Frenck, due neonazisti di spicco. Al Rechtsrockfestival 2017 di Frenck a Themar, in Turingia, Nikitin ha tenuto un discorso davanti a 6 mila persone. Proprio la Germania vietò l’ingresso a Nikitin in tutta l’area Schengen per smantellare il network che il “re bianco” aveva costruito in tutta Europa, a partire dal primo evento organizzato a Roma con CasaPound nel 2013.

L’arrivo in Ucraina nel 2017 e i rapporti con il battaglione Azov
Nel 2017 Nikitin, non potendo può muoversi in Europa, si è trasferito in Ucraina stringendo buoni rapporti con il reggimento Azov. La segretaria del ramo internazionale del reggimento, Elena Semenyaka, ha confermato che Nikitin l’ha aiutata a stabilire contatti con l’estrema destra di altri Paesi, e in alcuni casi ha persino rappresentato gli interessi di Azov all’estero. Secondo Der Spiegel la polizia ucraina lo avrebbe anche arrestato con l’accusa di traffico di droga – avrebbe confezionato anfetamine – un’informazione che però non trova conferme ufficiali. È nel 2022 con l’invasione voluta da Putin che il re bianco crea il Corpo dei volontari russi, unità che combatte al fianco di Kyiv contro Mosca. Il 15 maggio 2022 Nikitin, come racconta ancora il documentario della RSI, postava su Telegram una foto dalla capitale ucraina imbracciando un lanciamissile portatile anticarro modello NLAW, arma anglo-svedese della quale Londra ha consegnato migliaia di esemplari agli ucraini con la didascalia: «A guardia dei valori europei».
Un mese dopo l’inizio dell’invasione, postava sul suo canale Telegram un invito ai camerati di ogni Paese a combattere insieme con gli ultranazionalisti ucraini. Odia Zelensky, di origini ebree, ma ancora di più il neobolscevismo e l’imperialismo di Putin. «Zelensky vuole svendere il Paese all’Occidente e promuove il peggio dei valori liberali, ma qui ci sono anche i nazionalisti», ha sentenziato nel suo video-manifesto, «se ti consideri un nazionalista bianco, non c’è nessun altro posto al mondo dove possiamo imbracciare le armi e combattere per le nostre idee e i nostri valori con chi la pensa come noi». L’RDK non è l’unico gruppo di estrema destra a combattere in Ucraina. Con il Cremlino sono schierate formazioni come il Gruppo di ricognizione, sabotaggio e assalto Rusič, collegato alla Wagner e la Legione imperiale russa, formazione monarchica, ultranazionalista che proclama il suprematismo bianco e la superiorità di Mosca. Il conflitto dunque ha aperto un fronte anche nella galassia neonazista.
Il Manifesto dell’RDK per la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina
Difficili i rapporti con le forze regolari ucraine, anche se Nikitin ha dichiarato nell’agosto 2022 che il gruppo era stato ufficialmente riconosciuto da Kyiv. Fatto sta che qualche mese dopo, in ottobre, l’RDK ha pubblicato il proprio Manifesto annunciando di essere «parte delle forze armate dell’Ucraina». Nel documento i volontari si definiscono «una formazione politico-militare che, essendo parte delle forze armate dell’Ucraina, sta combattendo una guerra su vasta scala con la Federazione Russa». L’RDK, si legge nel manifesto, «è composto principalmente da volontari: russi etnici, cittadini della Federazione Russa, che vivono nel territorio dell’Ucraina, che hanno combattuto per l’Ucraina dal 2014 e che sono venuti in sua difesa dal 24 febbraio 2022». E che «riconoscono pienamente l’integrità territoriale dell’Ucraina e difendendone «militarmente la sovranità e l’indipendenza».
I miliziani dell’RDK sostengono di combattere «contro le autorità criminali del Cremlino e tutti coloro che danno ed eseguono ordini criminali, nonché coloro che in qualche modo sostengono l’invasione della Federazione Russa nel territorio dell’Ucraina». Dichiarano inoltre la Russia «Stato terrorista» con cui è «impossibile e inammissibile condurre negoziati diplomatici». Gli obiettivi dichiarati del gruppo sono «la protezione e il ripristino dell’integrità territoriale ucraina entro i confini del 1991» e «il rovesciamento del regime al potere in Russia». Per questo l’RDK chiede: «L’organizzazione di un tribunale internazionale contro chiunque sia coinvolto e sostenga la guerra aggressiva contro l’Ucraina; il ritiro della Federazione Russa dai territori effettivamente annessi durante le guerre di aggressione; una completa riforma del sistema statale della Federazione Russa; garantire la libertà nazionale del popolo russo; riconoscimento e rispetto del diritto all’autodeterminazione dei popoli che vivono nel territorio della Federazione Russa».

Le ombre dell’FSB
Tra le tante ombre che avvolgono la figura di Nikitin, c’è anche una sua possibile vicinanza ai servizi segreti russi. Nel 2019, un alto funzionario dell’intelligence tedesca confidò a Der Spiegel che l’uomo era «forse più vicino al potere russo di quanto possiamo dimostrare attualmente». Tuttavia, altri esperti intervistati dal magazine lo hanno ritenuto improbabile visto che Nikitin aveva trascorso la maggior parte degli ultimi anni in Ucraina, Paese ostile a Mosca. Va però detto i servizi tedeschi non escludono la possibilità che il Cremlino abbia sostenuto e sostenga gli estremisti in Germania, visto l’interesse di Putin nelle campagne di destabilizzazione dell’Europa. Inoltre, hanno fatto notare allo Spiegel fonti di intelligence tedesche, visti i frequenti viaggi e i mezzi finanziari per organizzare eventi sportivi in tutto il Vecchio continente è evidente che Kapustin-Kikitin, per lo meno in passato, sia stato sovvenzionato dalle agenzie governative russe. Inoltre ci sono ripetute segnalazioni di contatti stabiliti tra la scena degli hooligan di Mosca, in cui Kapustin è stato attivo per lungo tempo, e l’FSB.