Ucraina, le storie dei bimbi morti nei bombardamenti

Camilla Curcio
28/02/2022

L'invasione russa in Ucraina continua a mietere vittime tra i civili, bambini compresi. Molti sono rimasti intrappolati in scuole e asili, luoghi che sarebbero dovuti rimanere esclusi dal conflitto. Ma c'è anche chi durante la guerra è venuto al mondo.

Ucraina, le storie dei bimbi morti nei bombardamenti

Il numero dei civili morti durante la guerra in Ucraina continua tragicamente ad aumentare. Secondo quanto comunicato dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, fino a domenica 27 febbraio si contavano 210 vittime soltanto tra i cittadini, uccisi dal fuoco dell’artiglieria pesante, dai lanciarazzi e dai raid aerei. Una cifra che include anche i bambini: facendo riferimento all’ultima comunicazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, sarebbero 16, finora, i minori uccisi in quattro giorni e 45 quelli rimasti feriti dall’impatto delle armi esplosive.

Le storie di Alisa e Polina, giovani vittime della guerra in Ucraina

Tra le giovani vite stroncate dal conflitto, c’è anche quella di Alisa Hlans, 7 anni, scomparsa venerdì 25 febbraio nell’attacco all’asilo di Okhtyrka, colpito da un razzo contenente bombe a grappolo (proibite dalla Convenzione delle Nazioni Unite stipulata nel 2008, che né Russia né Ucraina hanno siglato). Gravemente ferita assieme ad altre sei persone, è stata trasportata d’urgenza in ospedale, dove è morta il giorno dopo nonostante gli sforzi dei medici, che hanno tentato il tutto per tutto. Una storia simile a quella di Polina, studentessa di Kiev all’ultimo anno di scuola elementare. Nell’illustrare le dinamiche dell’accaduto, si legge sulla BBC, gli inquirenti hanno spiegato come la piccola e i suoi genitori sarebbero rimasti coinvolti in una sparatoria messa in piedi da un gruppo di sabotaggio russo che, nel bel mezzo di una strada a nord-ovest della capitale, avrebbe preso di mira la loro automobile. Mentre il fratello e la sorella sono stati soccorsi immediatamente, il primo in una struttura sanitaria pediatrica, la seconda in terapia intensiva, per Polina, la mamma e il papà non c’è stato nulla da fare.

Polina, Ivan, Alisa: i bambini uccisi dalle bombe della guerra in Ucraina
Polina, uccisa assieme alla sua famiglia (Twitter)

Le vite senza nome stroncate dalle bombe in Ucraina

Capita anche, ovviamente, che le autorità non siano in grado di risalire al nome delle vittime. È il caso di un bambino che ha perso la vita quando il condominio dove è nato e cresciuto, nel secondo giorno dell’invasione russa, è stato bombardato. Tra le vittime dell’attacco russo anche cinque membri di una famiglia che, in base alle dichiarazioni del capo della polizia di pattuglia ucraina Yevhen Zhukov, nel tentativo di sfuggire all’avanzata delle truppe russe verso la città di Kherson a bordo di una macchina, non sono riusciti a eludere il fuoco nemico. Si trattava dei familiari di un poliziotto, Oleg Fedko, che nei giorni precedenti aveva reputato opportuno che si spostassero altrove per tutelarne l’incolumità. Tra loro c’erano la moglie Irina, una bambina di 6 anni, Sofia, un neonato, Ivan, e i due nonni. Nessuno di loro è riuscito a salvarsi e, nei ricordi del fratello di Fedko, Denis, allora al telefono con la madre, rimangono il rumore degli spari e le urla dei ragazzini terrorizzati.

Ucraina, bombe anche su ospedali e asili

«È sconvolgente assistere al dispiegarsi di un attacco contro un asilo o una scuola elementare, luoghi dove la gente cerca un riparo», ha spiegato al Guardian Agnès Callamard, segretario generale di Amnesty International, «senza mezzi termini, tutta questa storia dovrebbe essere additata come crimine di guerra. Se già non è giustificabile lanciare munizioni in aree popolate, lo è ancora meno su istituti frequentati da bambini. Un gesto del genere denota soltanto un terrificante disprezzo per la vita umana». A oggi, sono circa centinaia di migliaia i minori che non possono andare a scuola per la guerra e molti non potranno usufruire di insegnanti e classi neppure quando verrà finalmente proclamato il cessate il fuoco. «Gli edifici scolastici non possono e non devono diventare campi di battaglia dove combattere si trasforma in abitudine e gli studenti perdono la vita come se niente fosse», ha sottolineato Irina Saghoyan, direttrice di Save the Children per l’Europa dell’Est.

Polina, Ivan, Alisa: i bambini uccisi dalle bombe della guerra in Ucraina
Resti di un asilo ucraino distrutto dalle bombe (Getty Images)

La tragedia non ha risparmiato neppure i neonati. Sono stati numerosi quelli nati nei rifugi antiaerei che, negli ultimi sette giorni, sono stati adibiti a ricoveri per salvaguardare la popolazione dai bombardamenti. «Non lo dimenticheranno mai», ha scritto il ministro della Salute ucraino Viktor Liashko, «e neppure noi lo dimenticheremo tanto facilmente». Conta, invece, sulla speranza che la sua bambina non abbia ricordi di un periodo così tremendo Natalya Tyshchuk, giovane mamma di Mia, nata prematura a dicembre e spostata dall’incubatrice dell’unità neonatale ai sotterranei dell’ospedale per bambini di Okhmatdyt, dove, a prendersi cura di piccoli e grandi pazienti, pensano infermieri e staff medico che, ogni giorno, continuano a fare su e giù con bombole di ossigeno, macchinari e monitor utili a tenere sotto controllo i parametri vitali di chi è ricoverato e non può godere di una degenza tranquilla.

Polina, Ivan, Alisa: i bambini uccisi dalle bombe della guerra in Ucraina
Una mamma si occupa del bambino in un bunker sotterraneo (Getty Images)

«La piccola è stressata e affaticata ma mi tranquillizza il fatto che, essendo così giovane, non avrà alcuna memoria di tutto questo», ha dichiarato Natalya. «È stato improvviso, inaspettato, difficile da capire, ancora più duro da vivere». Prima che Putin invadesse il territorio ucraino, Tyshchuk era quasi pronta per essere dimessa e ritornare gradualmente alla routine. E invece, da un momento all’altro, si è trovata ad allattare con il rumore delle sirene e degli ordigni in sottofondo. Da sola, senza la possibilità di contare sull’aiuto del marito che, per le norme anti Covid, non può farle visita. «Questa è in assoluto la cosa più difficile da gestire», ha aggiunto, «spero mi lascino andare presto, non tanto per le condizioni di salute di mia figlia, quanto per la guerra». 

La vita dei bambini ricoverati negli ospedali ucraini

Nella struttura che ospita Tyshchuk, sono dozzine i bambini che, prematuri, ammalati di cancro o affetti da gravi patologie, si sono ritrovati stipati in un bunker del 1970 con cure e terapie ancora in corso. Privo di qualsiasi comodità, il locale non offre letti agli adulti che li assistono e neppure tavoli e sedie, soltanto pareti sufficientemente resistenti da tenere la guerra fuori. «Vengono garantiti i servizi minimi ma si respira sicurezza», ha concluso Tyshchuk, «mi siedo sul pavimento, sono scomoda, ma non ci sono finestre e l’ambiente è insonorizzato a sufficienza da non farci sentire gli scoppi, se non quelli particolarmente forti. Nessuno si aspettava di trovarsi invischiato in questa tragedia e chiunque si è ritrovato impreparato. Qui, però, il necessario è garantito: medicine, un tetto e dei posti letto per i bimbi».

Polina, Ivan, Alisa: i bambini uccisi dalle bombe della guerra in Ucraina
Genitori badano ai figli ammalati in un bunker (Getty Images)