Ucraina, corsa per salvare le opere d’arte dall’attacco russo

Redazione
04/03/2022

L'invasione dell'Ucraina mette a rischio anche il patrimonio culturale del Paese, tra musei, monumenti ed edifici storici. Scatta così la corsa per salvare i tesori nazionali da bombe e incendi.

Ucraina, corsa per salvare le opere d’arte dall’attacco russo

Icone, dipinti, sculture. E ancora, architetture, antiche chiese, monasteri. È anche il patrimonio culturale, storico, artistico, tra collezioni museali, monumenti cittadini, edifici, a essere a rischio in Ucraina, a seguito dell’attacco russo. E così le istituzioni corrono ai ripari per tentare di salvare i tesori del Paese.

Ucraina, i sette siti riconosciuti patrimonio mondiale dall’Unesco

Sono ben sette i siti riconosciuti patrimonio mondiale dall’Unesco nello Stato attaccato dalla Russia. C’è per esempio la Cattedrale di Santa Sofia, a Kiev, con la sua storia millenaria che risale al 1037. Fu progettata, secondo tradizione, per contendere il primato di importanza e bellezza a Hagia Sophia a Costantinopoli. E c’è Leopoli che conserva ancora pressoché intatta la topografia tardo medievale della sua fondazione. Poi, l’Arco geodetico di Struve, parte di una più ampia catena che attraversa 10 nazioni, ideata nell’Ottocento dallo scienziato Friedrich Georg Wilhelm von Struve per calcolare con precisione forma e dimensioni della Terra. Ancora, la residenza dei metropoliti bucovini e dalmati a Černivci, l’antica città di Chersoneso Taurica e la sua Chora, fondata nel V secolo a.C. sulle coste settentrionali del Mar Nero, a Sebastopoli, nonché le Tserkvas in legno, ossia otto chiese, della regione dei Carpazi in Polonia e Ucraina. Senza dimenticare la natura, con le faggete primordiali dei Carpazi.

Ucraina la corsa a salvare le opere d'arte dall'attacco russo
La chiesa di Pyatnytska a Chernihiv (Getty Images).

Da Kiev a Odessa, musei e collezioni da salvare dall’invasione russa dell’Ucraina

Ai siti Unesco si aggiunge il patrimonio museale. Sono circa 10 mila le opere d’arte, inclusi i primi dipinti realizzati da Kandinsky, che compongono la collezione del Museo d’Arte di Odessa, in un itinerario che attraversa secoli di storia dell’arte, con più capolavori. La direttrice del museo Oleksandra Kovalchuk è fuggita in Bulgaria, per salvare il figlio di un anno. «Mi sento una traditrice», ha raccontato alla Bbc. «Il Museo d’Arte di Odessa è stato come un bambino per me per molti anni, quindi si è trattato fondamentalmente di decidere quale figlio abbandonare». Non ha voluto lasciare la città, invece, Olesia Ostrovska-Liuta, direttrice generale del Mystetskyi Arsenal National Art and Culture Museum Complex di Kiev: «La situazione dei musei e delle istituzioni culturali non è diversa da quella degli ospedali, delle scuole e dei quartieri residenziali, siamo tutti sotto i bombardamenti». E aggiunge: «Siamo di fronte non solo a un attacco all’Ucraina, ma a un attacco alla nostra cultura». L’autrice di Borderland: A Journey Through the History of Ukraine Anna Reid, parlando dell’attacco all’Ucraina e dei suoi tanti tesori, si dice sicura che sarà «una perdita culturale per l’Europa sulla scala della distruzione di Dresda nella seconda guerra mondiale».

Ucraina la corsa a salvare le opere d'arte dall'attacco russo
Interni del Mystetskyi Arsenal National Art and Culture Museum Complex di Kiev (foto dal sito del museo)

Ucraina sotto attacco, la corsa per salvare le opere d’arte

Il pericolo è imminente. Il rischio alto. Per Oleksandra Kovalchuk, la mancanza di investimenti comporta pure il fatto che molti musei «non hanno un sistema anti incendio». Ciò significa che «qualunque museo potrebbe andare a fuoco: brucerà e perderemo molte opere d’arte». Scatta dunque la corsa a tentare di salvare l’arte. Prima che sia troppo tardi. A Ivankik, a nord-ovest di Kiev, il museo locale e le sue opere d’arte sono già stati devastati dalle fiamme. All’interno c’erano 25 dipinti della celebre artista popolare ucraina Maria Pryimachenko.


Qualche settimana prima della guerra, il ministero della Cultura ucraino ha diffuso le linee guida per la protezione e la possibile evacuazione delle collezioni museali. «Il nostro presidente, che resta un eroe, ci diceva di stare tranquilli. Anche per questo le autorità non hanno dato il via all’evacuazione delle opere d’arte: temevano che avrebbe generato il panico», spiega sempre alla Bbc il critico d’arte Konstantin Akinsha. Intanto, si tenta di creare un archivio digitale completo delle opere. Secondo fonti locali, alcuni lavori sarebbero stati spostati in cantine e scantinati. La questione però è culturale e politica. «Avrebbe senso per i russi distruggere l’arte che testimonia la nostra eredità e che abbiamo una storia diversa, che siamo diversi. Per quest’arte, nella Federazione Russa, non ci sarà posto, cesserà di esistere», sostiene ancora Kovalchuk. «I dipendenti restano a dormire in molti musei per proteggere l’arte ed essere in grado di prendere decisioni all’ultimo minuto», dichiara Akinsha.