Ventinove fosse comuni con migliaia di corpi – tra i 5 e gli 8 mila – sono state scoperte a Odessa, nel Sud dell’Ucraina, in un’area di cinque ettari nei pressi dell’aeroporto. Si tratta di persone uccise negli Anni 30 durante le purghe staliniane. Lo ha reso noto il 25 agosto, riporta Le Monde, Sergui Goutsaliouk, responsabile della sezione regionale dell’Istituto della memoria nazionale.
I resti sono stati scoperti durante gli scavi esplorativi in vista dei lavori di allargamento dello scalo ucraino. Secondo Goutsaliouk, la maggior parte delle vittime, originarie della regione, sono state freddate con un colpo d’arma da fuoco alla nuca dal Nkvd, il Commissariato del popolo per gli affari interni, la polizia segreta sovietica attiva dal 1934 al 1943 che negli anni successivi si trasformò nel Kgb. Le esecuzioni risalgono agli anni 1937-1939, durante il Grande terrore staliniano, il periodo più efferato delle purghe. Sempre secondo Goutsaliouk, sarà quasi impossibile identificare le vittime dal momento che la documentazione relativa a quel periodo è stata secretata da Mosca che non la fornirà certo all’Ucraina viste le tensioni tra i due Paesi. Degli scavi effettuati nella stessa area avevano in passato portato all’esumazione di 1.600 corpi. Secondo le stime degli storici ucraini, centinaia di migliaia di persone vennero uccise o deportate nei gulag russi durante gli Anni 30. Uno dei luoghi ucraini più tristemente noti per essere stato teatro di esecuzioni sotto Stalin è la foresta nei pressi del villaggio di Bykivnia, nella periferia di Kiev.