L’inviato di Repubblica in Ucraina, Corrado Zunino, è rimasto ferito vicino a Kherson. Ne ha dato notizia il quotidiano aggiungendo che l’auto sulla quale viaggiava con il suo fixer – ‘risolutore’, cioè colui che assiste i giornalisti che si muovono sul campo – è stata colpita probabilmente da un drone. Zunino, ferito a una spalla, ora è ricoverato all’ospedale civile di Kherson mentre non si hanno notizie sul suo accompagnatore. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha assicurato che il giornalista sta bene ed è seguito dalla nostra ambasciata a Kyiv.
Il ferimento dei giornalisti Locatelli e Celesti
Lo scorso dicembre, sempre a Kherson, erano rimasti feriti leggermente e sempre nella stessa area i giornalisti Claudio Locatelli e Niccolò Celesti. Sulla sua pagina Facebook Locatelli, in un post corredato anche da un video dei momenti successivi all’attacco, aveva raccontato l’accaduto. «L’esplosione che vedete ha danneggiato l’auto, siamo rimasti bloccati sotto tiro prima di riuscire a metterci in salvo, ho perso sangue ma la ferita è lieve. Avessi aperto la porta sarei senza una gamba o peggio», aveva raccontato. «La macchina è ben segnalata l’attacco ai nostri danni visto luogo e dinamica e’ stato intenzionale», continuava, «il tiro proveniva dalla sponda oltre il Nipro, lì dove si trova l’esercito russo. Sparare sulla stampa non ha scuse», terminava il post.
Mattia Sorbi ricoverato in un ospedale controllato dai filorussi prima di rientrare in Italia
Qualche mese prima, ad agosto, l’auto su cui viaggiava il freelance Mattia Sorbi era saltata su una mina mentre attraversava la zona rossa tra Mykolaiv e Kherson. L’autista era morto sul colpo, mentre il giornalista era stato trasportato d’urgenza e operato in un ospedale controllato dai filorussi. A ricostruire l’accaduto era stato il ministero della Difesa russo, secondo cui i soldati gli avevano fornito le prime cure per poi trasportarlo in «un’unità di rianimazione» di un ospedale sotto il loro controllo con «ferite multiple da schegge». Sorbi era rientrato in Italia lo scorso settembre con un’operazione curata dall’Unità di crisi della Farnesina in collaborazione con la Croce rossa italiana e la Croce rossa russa. Quest’ultima, in particolare, aveva reso possibile il trasferimento del giornalista da Kherson fino all’aeroporto di Mineralnye Vodi, nella Federazione russa, per proseguire poi il viaggio verso l’Italia via Istanbul con un’aeroambulanza predisposta dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale.