Per i 265 soldati ucraini usciti dall’acciaieria Azovstal di Mariupol – ‘arresi’ secondo la narrazione di Mosca, ‘evacuati’ in attesa di essere scambiati con prigionieri russi secondo quella Kyiv – la battaglia potrebbe ancora non essere finita.
Il presidente della Duma chiede di vietare che i membri dell’Azov siano scambiati con i prigionieri russi
In Russia alla Duma si sta discutendo infatti sulla possibilità di condannarli a morte. Il presidente della commissione per gli Affari internazionali Leonid Slutsky, membro del partito liberal democratico, ha proposto la pena capitale per i combattenti del battaglione Azov. «Se i loro mostruosi crimini saranno provati, vorrei ribadire la mia proposta di sospendere la moratoria sulla pena di morte in Russia», ha scritto sul suo canale Telegram in risposta a una dichiarazione del presidente della Duma Vyacheslav Volodin, ex assistente del presidente Vladimir Putin ed ex segretario generale del partito Russia Unita, che ha chiesto una legge per vietare ogni scambio tra i «criminali nazisti» con prigionieri di guerra russi. «Sono criminali di guerra e dobbiamo fare tutto il possibile affinché siano processati», aveva aggiunto Volodin. Stessa posizione assunta dal parlamentare socialdemocratico Anatoly Vasserman secondo cui chi è stato «direttamente coinvolto nell’uccisione di civili», così come coloro «che sono coperti di tatuaggi fascisti» non possono essere scambiati.

I 53 soldati in condizioni critiche portati nella Repubblica di Donetsk, gli altri in Crimea
Dall’altra parte del fronte, la viceministra della Difesa ucraina Hanna Malyar ha annunciato che è in previsione uno scambio di prigionieri per riportare i reduci dell’Azovstal nel territorio controllato da Kyiv. Stando a quanto dichiarato, 53 soldati gravemente feriti sono stati portati a Novoazovsk, città della repubblica popolare di Donetsk controllata dai separatisti filo russi, mentre altri 211 sono stati evacuati attraverso un corridoio umanitario fino a Olenivka, un villaggio della Crimea. Il ministero ha ringraziato i militari dell’Azovstal per aver rallentato il dislocamento di 20 mila soldati russi in altre parti del Paese, impedendo da un lato a Mosca di conquistare rapidamente la città di Zaporizhzhia e consentendo dall’altro alle truppe ucraine di riorganizzarsi.

Zelensky: «All’Ucraina servono eroi vivi»
Sebbene la difesa a oltranza dell’Azovstal sia terminata, non è ancora chiaro se all’interno dell’acciaieria siano rimasti o meno degli uomini. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha comunque stabilito come priorità il salvataggio delle loro vite. «Speriamo di salvare la vita dei nostri ragazzi», ha detto Zelensky. «Ci tengo a sottolineare che l’Ucraina ha bisogno dei suoi eroi vivi. Questo è il nostro principio». Il comando militare supremo «ha ordinato ai comandanti delle unità di stanza ad Azovstal di salvare la vita del personale», ha affermato lo stato maggiore in una nota sul suo account Facebook. «Continuano gli sforzi per salvare i difensori che rimangono sul territorio dell’Azovstal».
A Mariupol 25 mila vittime civili, il doppio di quelle uccise dai nazisti
L’evacuazione dello stabilimento, diventato un simbolo di resistenza per la popolazione, ha segnato la fine di una delle battaglie più lunghe e sanguinose della guerra e nonostante le dichiarazioni una sconfitta per Kyiv. Mariupol ora controllata dai russi è ridotta a un ammasso di macerie. Secondo la commissaria ucraina per i diritti umani Lyudmila Denisova le vittime civili ammontano a 25 mila civili, il doppio di quanti ne uccisero i nazisti durante la Seconda Guerra mondiale ha sottolineato il primo maggio il sindaco della città Vadym Boychenko in una nota pubblicata su Telegram dal Consiglio comunale. «Gli occupanti russi ne hanno uccisi 20 mila in due mesi. Oltre 40 mila persone sono state trasferite con la forza», ha aggiunto. «È uno dei peggiori genocidi di una popolazione pacifica della storia moderna».