Una frase lapidaria, che non lascia adito a dubbi: «Nella mia famiglia, da che io ricordi, mio padre è sempre stato un uomo violento». Sono le parole di Mariangela Formica, la 54enne di Monopoli travolta e uccisa dall’auto guidata dal padre Vincenzo, 87enne, lo scorso 2 giugno, parole formalizzate in un verbale di sommarie informazioni nell’agosto 2014, davanti ai carabinieri. Come riporta La Gazzetta del Mezzogiorno, Mariangela aveva solo 45 anni quando rivelò per la prima volta di quel «padre violento». L’uomo ero stato denunciato da sua madre. Prima di essere accusato per l’omicidio di sua figlia, aveva già a suo carico tre procedimenti per maltrattamenti, due nei confronti della moglie e uno nei confronti della figlia che poi avrebbe ucciso.

I verbali con le parole della donna uccisa dal padre a Monopoli
Mariangela, nell’ottobre scorso, aveva testimoniato contro il padre: ieri si sarebbe dovuta celebrare l’ultima udienza di uno dei processi per maltrattamenti, rinviata tuttavia a gennaio 2024 perché l’uomo, detenuto per l’omicidio, non è stato portato in aula. Dalla sera del delitto fino a ieri, l’uomo è stato in carcere, ma, subito dopo la convalida, il gip ha disposto gli arresti domiciliari. Nonostante la Procura avesse fatto appello insistendo per la detenzione in carcere, 24 ore fa, grazie al braccialetto elettronico, l’uomo è rientrato a casa. Quando raccontava del padre, riporta il quotidiano, Mariangela parlava di «47 anni di prevaricazioni e vessazioni» subite dalla mamma da parte di un uomo che «quando viene contraddetto inizia a scaraventare oggetti, prendere a pugni le porte. Fino a quando io e mia madre, per cercare di smorzare i toni, non reagivamo, lui poteva dimostrare di essere superiore a noi. Ma circa tre anni fa – diceva la figlia nel 2014 – non sopportando le sue prevaricazioni abbiamo iniziato a reagire e questo nostro modo di fare lo irritava notevolmente in quanto vedeva la sua autorità minata.».
L’ossessione per il casso carrabile e le continue violenze
Dormiva con una motosega sotto al letto, aveva raccontato la donna, che aveva inoltre parlato della «ossessione» del padre per il passo carrabile del vialetto di casa, causa di litigi con il vicinato e di come avesse visto il padre «afferrare per i polsi» la madre, oltre ai «lividi sulle braccia e sulle ginocchia». Mariangela proseguiva così il racconto: «In diverse occasioni mia madre mi ha impedito di chiedere il vostro intervento per timore delle possibili ritorsioni di mio padre in quanto lui stesso le aveva detto che l’avrebbe uccisa». Per dieci lunghi anni mamma e figlia hanno raccontato quel calvario, fino al gesto dal quale non si può più tornare indietro. L’86enne è assistito dall’avvocato Cosimo Castellaneta.