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#Tutti per uno

L’incontro che doveva testimoniare la convergenza di Pd, Leu ed M5S nella corsa al Quirinale si è risolto con una clamorosa gaffe. Colpa del tweet fotocopia lanciato dai leader dopo il summit. Le ragioni dietro la discutibile strategia di comunicazione.

20 Gennaio 2022 11:44 Stefano Iannaccone
La discutibile strategia di comunicazione emersa dall'identico tweet postato sui social da Conte, Speranza e Letta

Tutti, proprio #tutti, insieme appassionatamente. Come testimonia il tweet fotocopia, o copia-incolla, che dir si voglia postato da Giuseppe Conte, Enrico Letta e Roberto Speranza. Comunque la si legga, ieri si è registrato il primo caso di tritweet. «Lavoreremo insieme per dare al Paese una o un Presidente autorevole in cui #tutti possano riconoscersi. Aperti al confronto. Nessuno ha diritto di prelazione. Tutti abbiamo il dovere della #responsabilità», scrivevano. Con tanto di hashtag candidato a rimanere scolpito nella pietra dei social, dove tutto sparisce in fretta, scivoloni esclusi. E nel caso specifico siamo alla voce capolavoro. I tre leader con la loro sparata web sono, infatti, riusciti a dare un senso a un vertice che un senso non ce l’aveva, giusto per citare Vasco. Tale almeno sembra l’esito dell’incontro, al termine del quale la posizione di Movimento 5 Stelle, Pd e Leu sull’elezione del Presidente della Repubblica resta un’incognita. A pochi giorni dall’elezione rimane l’indistinguibile vaghezza di chi non sa che fare e prova a innalzare cortine fumogene, supportate da formule astruse.

Ottimo incontro con @EnricoLetta e @GiuseppeConteIT
Lavoreremo insieme per dare al Paese una o un Presidente autorevole in cui #tutti possano riconoscersi. Aperti al confronto. Nessuno ha diritto di prelazione. Tutti abbiamo il dovere della #responsabilità

— Roberto Speranza (@robersperanza) January 19, 2022

Un summit destinato a cadere nell’anonimato

Il summit sarebbe finito fuori dai riflettori mediatici, orientati sulle ambizioni quirinalizie di Silvio Berlusconi e sulle divergenze del centrodestra. Per scongiurare lo scenario, ecco allora che è stato ideato il #tutti. Catapultato nei social, però, è apparso un colpo perfetto in termini di assenza di fantasia, una caduta fragorosa in materia di comunicazione, sempre più decisiva nei tempi attuali. Un messaggio identico, per ribadire l’unità d’intenti, con l’unica differenza che Conte che ha inserito l’hashtag sul secondo tutti e non sul primo, come invece fatto dagli altri. Quisquilie. Alla fine l’incontro ha lasciato davvero il segno, ma non propriamente in termini di strategia per il Quirinale.

Il senso del tweet unico pubblicato da Conte, Letta e Speranza

Cosa voleva ricolare in realtà il tritweet unificato e l’hashatg uscito fuori dal cilindro? Lorenzo Pregliasco, di YouTrend, fa un’analisi con Tag43: «L’obiettivo era trasmettere la compattezza dei tre leader. Ma, come succede spesso quando si vuole rimarcare un certo aspetto, il rischio è di dare un significato contrario». Nello specifico, evidenzia l’esperto di comunicazione, «i tre tweet fotocopia hanno dato adito a un’opposta interpretazione, così la compattezza social è apparsa posticcia. Attenzione: non è detto che realmente non ci sia unità di intenti, né che sia stato un errore di per sé. La conseguenza è che stato interpretato come una excusatio non petita». E non solo. Sul pianeta Twitter, #tutti si sono guardati intorno un po’ sgomenti per questa trovata non proprio da trending topic. «È probabilmente il vincitore del Premio # apolitico 2022», ha sintetizzato il giornalista Rai, Roberto Vicaretti.

Ma minchia. Ma minchia. La cosa che mi fa più ridere è #tutti.
Sono davvero irrecuperabili. pic.twitter.com/nK0lk0oGpg

— Luca Bizzarri (@LucaBizzarri) January 19, 2022

Il primo momento social nella corsa al Quirinale

Al netto della gaffe, è, però, accaduto un fatto nuovo: «Il tweet di ieri è stato il primo momento social legato al Quirinale», osserva Pregliasco. Per il resto, nei fatti, «non c’è ancora un’ondata di interesse al di fuori della bolla di chi si occupa di politica, quindi giornalisti e analisti. Questo accadrà molto probabilmente alle prime votazioni, quando arriveranno i nomi, le prime sorprese. Da lunedì è attesa una fiammata di attenzione sul voto del Presidente della Repubblica».

Eppure questa elezione potrebbe portare al Colle il primo Presidente social. Almeno in teoria. «Molti dei quirinabili non sono presenti sui social, a partire da Mario Draghi», premette Pregliasco. «Altri invece ci sono, eccome. Penso a Pier Ferdinando Casini, molto attivo su Instagram, mentre Franco Frattini twitta solo di questioni animaliste». Ecco, se uscisse uno di questi due nomi ci sarebbe il primo Presidente social. Per il resto, però, i leader sulla corsa alla Quirinale restano abbottonati: nonostante l’ipercomunicazione digitale, il conclave laico per eleggere il Capo dello Stato, conserva il fascino della discrezione. Con gli incontri privati che ad oggi predominano anche sulla voglia di cinguettare.

Tag:Quirinale
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