Talk show, l’exploit di Rete4 e lo schiaffo a Rai e La7

Luca Di Carmine
04/09/2022

Nell'estate più calda del secolo (non solo politicamente), mentre Rai e La7 spegnevano i riflettori, Rete4 vinceva la guerra degli ascolti. Se Cairo ha cercato di correre ai ripari, Viale Mazzini inspiegabilmente ha lasciato sguarnito il prime time. E ora deve rincorrere il Biscione.

Talk show, l’exploit di Rete4 e lo schiaffo a Rai e La7

Duecentocinquanta ore. Ricordate questo numero. 250 ore. Avete presente i tormentoni dell’estate? Sì, proprio quelle canzonette – belle o brutte che siano – sparate da lanciamissili mediatici da giugno a settembre. Quelle che inevitabilmente entrano in testa, costringendo l’esercito dei vacanzieri a canticchiarle in ogni dove. Applicate la stessa tecnica ai talk show televisivi. Rete4 lo ha fatto nell’estate più calda del secolo, vincendo la guerra degli ascolti.

Mediaset ha riempito i vuoti di Rai e La7 con 250 ore di diretta in otto settimane

Riempire i vuoti. Mentre Rai e La7 di fatto spegnevano i riflettori degli studi televisivi e i conduttori si trasferivano su Instagram per deliziare il pubblico con le istantanee delle loro lunghe ferie, a Mediaset si allestiva un cantiere di giornalisti, autori, registi, cameraman, tecnici, costumisti, trucchi&parrucchi e qualche immancabile umarell. Un cantiere pronto a trasmettere 250 ore di informazione in diretta, 250 ore in otto settimane. Stalk show, potremmo ribattezzarli così. Un bombardamento a tappeto, insistente, quotidiano, grazie al quale – inevitabilmente, proprio come coi tormentoni musicali – nel triste e sudato zappingare tra le repliche surgelate finiva che al tasto 4 del telecomando l’accaldato spettatore trovava almeno qualcosa di fresco. Da Zona Bianca (lunedì e giovedì) a Controcorrente (martedì e mercoledì) a Quarto Grado-Le Storie e Terzo Indizio (venerdì), su Rete 4 ogni sera c’era qualcosa di inedito (o quasi). Informazione bella? Brutta? Faziosa? Rigorosa? Urlata? Scandalistica? Populista? Complottista? Poco importa. Il risultato lo certifica l’Auditel: tra domenica 3 luglio e sabato 27 agosto, Rete4 è stata incoronata “rete italiana leader d’ascolto” nei talk show in prima serata: 6,3 per cento di media dal lunedì al venerdì nella fascia 21.30-23.30. Una media superiore sia a quella di La7 (3,9 per cento) sia a quella di Filorosso, l’unico talk Rai lanciato questa estate il martedì sera (5,2 per cento). La scelta di Mediaset di coprire il vuoto pneumatico della prima serata televisiva ha portato il risultato sperato (sperato dai vertici del Biscione, s’intende): 20 milioni di telespettatori al mese, chapeau a Pier Silvio Berlusconi che ha voluto tentare questa strada.

Talk show, l'exploit di Rete4 e lo schiaffo a Rai e La7
Paolo Del Debbio, conduttore di Dritto e Rovescio (da Fb).

Almeno Cairo ha imbastito all’ultimo minuto un paio di ‘flop show’

Meriti da una parte, demeriti dall’altra. Resta incomprensibile ai più come sia possibile che la tv di Stato, che alle sue dipendenze conta oltre 2 mila giornalisti (sette volte quelli del Biscione), proprio nell’anno della caduta del governo Draghi e della campagna elettorale lampo, abbia deciso di lasciare sguarnito il fortino del prime time dell’informazione. Almeno Urbano Cairo ha tentato un (tardivo) recupero in agosto, imbastendo alla bell’e meglio un paio di “flop show” regolarmente doppiati dagli ascolti degli “stalk show” retequattristi. Tant’è, chi va all’osto perde il posto. E infatti anche ora, alla ripresa di stagione, tornati gli abbronzatissimi conduttori e riaccese le luci degli studi, la strada per i competitor di Rete4 appaiono in salita. Il 25 agosto Paolo Del Debbio s’è intascato un croccante 8,9 per centro di share con il debutto del suo Dritto e Rovescio. Il 30 agosto la nuova edizione di Cartabianca di Bianca Berlinguer (6,6 per cento di share) è uscita sconfitta da Mario Giordano con il suo dadaista Fuori dal Coro (8,4 per cento). La partita autunnale dei talk show televisivi è appena iniziata ed è ancora tutta da giocare, va detto. Ma l’estate è persa e chissà se diventerà un precedente.