I cosmonauti della domenica

Camilla Curcio
20/08/2021

Dal giornalista giapponese Toyohiro Akiyama nel 1990 alla chimica inglese Helen Sharman nel 1991: chi sono i turisti dello spazio che hanno preceduto Jeff Bezos e Richard Branson.

I cosmonauti della domenica

Il turismo spaziale non è stata una scoperta di Jeff Bezos e Richard Branson. Prima dei due imprenditori, infatti, sono stati diversi i civili che si sono prestati a quest’avventura per motivi di lavoro, studio o, semplicemente, per vivere un’esperienza destinata a entrare nella storia. Dal giornalista giapponese Toyohiro Akiyama alla chimica inglese Helen Sharman, l’elenco degli astronauti improvvisati è lunga e costellata di aneddoti affascinanti.

Un giornalista in orbita

Come riporta El Paìs, il primo cosmonauta improvvisato fu il reporter giapponese Toyohiro Akiyama che, nel dicembre del 1990, trascorse una settimana a bordo della navicella spaziale Mir. Era proprio da lì che inviava, in diretta, i suoi resoconti quotidiani al Tokyo Broadcast System, il network televisivo che si era sobbarcato il costo del viaggio e tutte le spese collaterali (per un totale di circa 10milioni di dollari). Se, all’inizio, le cronache di Akiyama tenevano incollati allo schermo migliaia di telespettatori, in poco tempo quest’interesse andò a scemare. Forse perché le immagini che arrivavano dallo spazio non erano poi così esaltanti. Forse perché il giornalista soffriva di continue nausee e capogiri. Un malessere che non gli aveva reso semplice il viaggio e che si rifletteva anche nei suoi piccoli reportage. Non aiutarono a riconquistare il pubblico neppure gli esperimenti che era stato incaricato di illustrare. Tra questi, osservare il comportamento di un gruppo di rane incinte: mentre le più robuste sembravano a loro agio, le più piccole tendevano a isolarsi in un angolo, quasi desiderose di tornare sulla Terra. Un po’ come Akiyama che sognava ogni notte il momento in cui sarebbe ritornato a casa e avrebbe potuto fumare una sigaretta. Poco tempo dopo il suo rientro, decise di abbandonare la tivù per dedicarsi all’agricoltura. Un cambio di vita radicale, che gli costò il matrimonio e lo portò ad abbandonare la metropoli. Oggi, in pensione, è un attivista antinucleare e continua a insegnare all’università di Kyoto.

Helen Sharman, la prima “turista” europea

Un anno dopo, a viaggiare nello Spazio fu una donna. Nel maggio 1991 toccò alla chimica inglese Helen Sharman testare l’ospitalità della stazione spaziale Mir. L’organizzazione della spedizione non fu affatto semplice. Parte del progetto Juno, nato da una partnership tra Russia e Inghilterra, rischiò di essere annullata più volte per carenza di fondi. La prima ministra inglese Margaret Thatcher rifiutò tutte le richieste di finanziamento rivolte al governo. Si pensò, dunque, di affidarsi a investitori privati nella speranza di raccogliere le quote necessarie a coprire i dieci milioni di dollari per la partenza. L’iniziativa portò alla raccolta di metà del budget, mentre la restante parte fu pagata dall’URSS per evitare l’umiliazione internazionale che sarebbe seguita a un’eventuale cancellazione dell’evento.

Inizia l’epoca dei multimilionari

Il primo a pagare tutto di tasca propria fu il nordamericano Dennis Tito. Il suo volo, organizzato da Space Adventures, partì nell’aprile del 2001. I costi non furono contenuti: 20 milioni di dollari, versati alla Roscosmos, l’agenzia spaziale russa allora in difficoltà dopo la fine dell’URSS. Tito trascorse una settimana nella Stazione Spaziale Internazionale (ISS) ma gli fu vietato di accedere alla sezione americana, per volontà della NASA. Negli anni a venire sono stati diversi i nomi che hanno seguito le sue orme. Tra questi, numerosi tycoon dell’informatica come il sudafricano Mark Shuttleworth, responsabile della distribuzione di sistemi operativi e software. O Charles Simony, vecchio collaboratore di Bill Gates e creatore di Word ed Excel che, nel 2007, trascorse quindici giorni in orbita per un totale di 25 milioni di dollari.

Ma non finisce qui. Alla lista de turisti spaziali, non possono mancare Guy Laliberté, padre del Cirque du Soleil e il game designer Richard Garriott. Tutti i loro viaggi sono avvenuti nell’arco di un ventennio grazie all’intervento della Russia, che ha ottenuto entrate non indifferenti in cambio di posti sulle sue navicelle Soyuz. Oggi, il business è gestito soprattutto attraverso capsule private come Dragon di SpaceX.

I prossimi viaggiatori nello spazio

Mentre è già stato annunciato il nome del prossimo passeggero (il 37enne americano Jared Isaacman, che, per settembre 2021, ha noleggiato un intero veicolo), la Russia ha deciso di rientrare nel giro e, a ottobre, porterà in esplorazione il regista Klim Shipenko e l’attrice Yulia Peresild. L’obiettivo? Girare alcune delle scene di quella che sarà la prima pellicola spaziale nella storia del cinema. Numerose anche le richieste dal Giappone. Per ora, attendono il loro turno (previsto per dicembre) il multimilionario Yusaku Maezawa e il produttore cinematografico Yozo Hirano. Nei piani di Maezawa anche un viaggio di andata e ritorno sulla Luna. Ma, per tagliare questo traguardo, manca ancora parecchio tempo.