Una donna di 24 anni, israeliana, è stata accoltellata alla stazione Termini lo scorso 31 dicembre. Una vicenda che ha lasciato in tanti di stucco, perché le immagini testimoniano come la donna sabato sera fosse impegnata ad acquistare un biglietto del treno alle macchinette automatiche, poco prima dell’aggressione. Nei video con cui la polizia sta tentando di risalire all’aggressore, si vede un uomo arrivare alle spalle della 24enne. Poi, arrivato a pochi centimetri dalla ragazza, ha sferrato due coltellate, per poi aggredirla nuovamente mentre era a terra. Infine la fuga. Non ci sono però gli estremi per parlare di reato legato al terrorismo.

Israeliana aggredita: non è stato un reato legato al terrorismo
Nella prima informativa diramata dagli uomini della Polfer, che indagano sul caso, si sottolinea come il reato non sia collegato al terrorismo. Non ci sono elementi che possano collegare le due cose, tanto che la procura ha deciso di affidare il caso al sostituto procuratore di turno, il magistrato Attilio Pisani, e non al pool di pm che tratta reati legati al terrorismo. Non sono molti, però, i dettagli da cui partire. Nelle telecamere di sorveglianza l’uomo non si vede bene in viso e gli inquirenti cercano di monitorare i suoi spostamenti negli istanti che hanno preceduto l’aggressione, per capire se avesse o meno seguito la giovane.

Le condizioni della ragazza sono «serie ma stabili»
La 24enne, interrogata, ha dichiarato di non conoscere l’aggressore e di non averlo potuto vedere bene in viso a causa dei momenti concitati. Dall’Umberto I, dov’è ricoverata, fanno sapere che «le sue condizioni rimangono serie ma stabili e la prognosi resta riservata». Nata a Tel Aviv nel marzo 1998, ha ricevuto fendenti che le hanno perforato fegato e polmone, mentre tentava di acquistare il biglietto di un treno. Si trattava del suo penultimo giorno in Italia, dov’è stata insieme a un’amica, prima della ripartenza per Israele originariamente fissata per l’1 gennaio. L’uomo si è rapidamente dato alla fuga e resta, come tratto distintivo maggiore, una busta blu che teneva in mano e dentro cui ha riposto il coltello prima di scappare.