Sembravano condannati all’abbandono. Ma grazie a interventi coraggiosi fortezze disabitate, piccoli centri spopolati, terreni strappati alla criminalità organizzata sono stati riconvertiti in destinazioni di turismo sostenibile. Tag43 ne ha scelte cinque che da Nord a Sud meritano una visita.
A Borgo San Giacomo si è protagonisti del ritorno in vita del vecchio castello
Nella Bassa bresciana, a Borgo San Giacomo, il castello di Padernello, che una ventina d’anni fa sembrava destinato a un declino irreversibile, ha riaperto i battenti dopo un restauro affrontato grazie a un’operazione di crowdfunding. La sinergia fra pubblico e privato ha portato al risanamento di un maniero monumentale, diventato sede di mostre, incontri, visite guidate. Ma non è tutto, perché è in fase di riqualificazione anche il resto dell’abitato in cui sono tornate botteghe artigiane, alcune delle quali destinate a ospitare scuole di alta formazione nella Cascina Bassa, mentre nel corso di quest’anno inaugurerà un albergo diffuso. Una curiosità? Con 100 euro si può contribuire a ulteriori lavori nella rocca o nelle strutture che le ruotano attorno, alloggiando in due in un borgo che sta vivendo una seconda chance (www.castellodipadernello.it).

Parco Regionale dello Stirone e del Piacenziano, un tuffo nell’antico mare
Nel Parco regionale dello Stirone e del Piacenziano, fra le province di Parma e Piacenza, un’area confiscata alla mafia e gestita dall’associazione Libera, ospita un centro di recupero per animali selvatici e di recente il MuMAB – Museo del Mare Antico e della Biodiversità con una sezione geopaleontologica allestita nell’edificio principale del podere e una sezione naturalistica ospitata nell’ex-stalla della casa colonica. La collezione paleontologica, a oggi, è considerata una delle più importanti tra quelle esistenti sull’evoluzione geologica del Bacino Padano (www.millepioppi.it).

Borgo Campello, tra conventi e tartufaie
Nel cuore dell’Umbria, fra Assisi e Spoleto, a Borgo Campello, colpito nel ‘97 dal terremoto, parti del castello e del convento medievale intitolato ai santi Giovanni e Pietro sono diventati strutture ricettive. Il monastero e la fortezza che guarda la valle spoletina sono stati trasformati in un relais che accoglie gli ospiti fra celle dei religiosi, case torri e architetture difensive. Per chi cerca relax, è possibile utilizzare una spa realizzata fra le antiche mura, oltre le quali si adagiano uliveti e boschi ricchi di tartufi che i turisti possono scovare seguiti da un esperto. Per sperimentare a tavola la filosofia del chilometro zero. (www.borgocampello.com).

La seconda vita di Castel del Giudice
Abitato da poco più di 300 anime, Castel del Giudice, in provincia di Isernia, lotta contro lo spopolamento. Dal Comune è arrivato un invito a fare squadra che ha coinvolto abitanti, imprenditori, istituzioni, amanti della zona. La coltura dei meleti biologici Melise ha preso il posto dei terreni abbandonati, mentre il restauro di case rurali, stalle e fienili ha dato vita a un albergo diffuso che vanta 32 alloggi e due ristoranti. È possibile immergersi nell’atmosfera di queste terre passeggiando con un poeta contadino fra capre e asinelli, visitare un birrificio, conoscere i segreti dell’apicoltura (www.borgotufi.it).

Un’oasi nel Litorale Domizio
Ora è un’oasi in cui la natura regna sovrana, ma non è sempre stato così. Perché lungo il Litorale Domizio, che si snoda fra Capo Miseno e la foce del Garigliano, 150 ettari erano deturpati da cave di sabbia abusive. Dopo un’importante bonifica, ora l’area è zona protetta. Sui Laghi Nabi è nato inoltre un relais, che entra nel panorama in “punta di piedi” e consente di alloggiare in un silenzio rigenerante e dedicarsi ad attività come yoga, meditazione, birdwatching, o a sport d’acqua quali canoa e kitesurf. Il tutto in un esempio di glamping, che unisce la libertà del campeggio ai servizi da albergo stellato (www.laghinabi.it).
