Turismo senza Speranza

Giovanni Corneliani
02/09/2021

Se in pubblico il ministro Garavaglia declama la ripresa del settore, in privato scrive a Palazzo Chigi per riaprire gli outgoing extra Ue e dare respiro a tour operator e agenzie viaggi rimasti al palo. Bypassando il collega alla Salute.

Turismo senza Speranza

«Tutto va ben, Madama la Marchesa!». «Anzi, non proprio». Appena una decina di giorni fa, il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, si presentava al Meeting di Cl a Rimini e declamava: «La stagione sta andando bene e fiere e congressi sono ripartiti. I numeri non li darò, ma sarà un’estate molto buona, vicina al 2019, se non oltre in alcune realtà». Dichiarazioni che hanno contribuito ad alimentare tutta la narrazione sugli italiani che si sono spostati in massa nel Bel Paese, sul Sud invaso di turisti e sulla ripartenza tanto attesa di un settore che rappresenta il 7 per cento del Pil e degli occupati in Italia.

Outgoing, le preoccupazioni di Garavaglia per agenzie viaggi e tour operator

Bene, peccato che ieri lo stesso Garavaglia abbia preso carta e penna per scrivere al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli. La lettera, di cui Tag43 è entrato in possesso, è una sorta di appello dai toni molto preoccupati circa le sorti del segmento più in difficoltà della nostra offerta turistica, quello delle agenzie viaggi e dei tour operator. Il Dpcm del 2 marzo scorso stabilisce infatti un divieto generalizzato per gli italiani di uscita verso le mete extra Ue/Schengen (outgoing) se non per motivi di comprovata necessità (lavoro, salute, studio, urgenze, rientro verso la propria residenza o domicilio). E il turismo organizzato italiano lavora poco su mete nostrane o europee, mentre l’85 per cento del fatturato complessivo è rappresentato dalla vendita di destinazioni lontane. Di conseguenza, il ramo è rimasto in crisi profonda anche nell’estate della presunta ripresa del settore, dopo aver subito la pandemia con una gravità che non ha eguali tra i servizi.

turismo: ancora crisi per tour operator e agenzie
Norme anti-Covid a Fregene (getty Images).

Sul tavolo la proposta di modificare la normativa (aggirando Speranza)

Garavaglia ne è consapevole e a Garofoli propone di modificare la normativa in modo da riaprire all’outgoing extra Ue che, peraltro, rianimerebbe anche i flussi incoming di stranieri in Italia. Notoriamente, il ministro alla Salute Roberto Speranza è il più restio ad allentare le restrizioni, quindi è evidente che Garavaglia si appelli direttamente a Palazzo Chigi anche per fiaccare la resistenza del collega di governo. I due si sono per ora accordati su un possibile prossimo ripristino di corridoi turistici con il Mar Rosso, le Maldive, le Seychelles, le Mauritius, Zanzibar, Repubblica Domenicana e Aruba. Ma è chiaro che non può bastare, soprattutto a fronte di una maggiore libertà di spostamento per gli altri cittadini europei, a scapito dei nostri tour operator. Tra l’altro, fa notare lo stesso Garavaglia nella lettera a Garofoli, “spesso le limitazioni imposte per esigenze sanitarie sono aggirate attraverso punti aerei fuori dai confini nazionali con voli operati da vettori stranieri. Esiste inoltre la concreta possibilità che i passeggeri dichiarino fittiziamente un ‘comprovato motivo’, avendo prenotazioni alberghiere effettuate con realtà straniere, generando quindi anche una distrazione di investimenti dalle aziende italiane”. Ovviamente l’apertura ai tragitti intercontinentali ben oltre qualche limitato corridoio turistico sarebbe accompagnata da rigidi protocolli di sicurezza: obbligo di Green Pass, ricorso a voli “covid tested”, garanzie sui livelli di vaccinazione degli operatori turistici nei Paesi di destinazione, una polizza sanitaria per i viaggiatori che garantisca massima copertura, trasferimenti e soggiorni che contemplino tutte le regole sanitarie anti-Covid applicate in Italia. Si tratta di criteri che, tuttavia, non è semplice garantire su tutte le mete, sebbene la professionalità dei maggiori tour operator italiani rappresenti in qualche modo una garanzia.

garavaglia preoccupato per tour operator media con palazzo chigi
Il ministro della Salute Roberto Speranza (Getty Images).

Nel mirino le ordinanze mensili del ministero della Salute

Una proposta simile, peraltro, è portata avanti dalla Federazione Turismo Organizzato. La sigla di Confcommercio tiene un’interlocuzione continua con Garavaglia e fa notare che l’outgoing internazionale è crollato del 90 per cento rispetto al 2019, mentre dall’inizio del 2021 fino a luglio le presenze straniere sono diminuite del 71 per cento. Un massacro, a dispetto della narrazione sull’estate della ripresa turistica. Il comparto dei viaggi organizzati, che fatturava 13,3 miliardi nel 2019, è crollato a 3 miliardi nel 2020, mentre il trend 2021 non riesce ancora a risollevarsi. Il presidente di Fto, Franco Gattinoni, spiega: «Con il Green Pass e un tampone 48 ore prima del rientro è possibile ridare ai nostri concittadini quella libertà di movimento che oggi è già garantita alla stragrande maggioranza degli europei. Non si capisce perché oggi ci si possa ammassare nei treni regionali senza Green Pass e al tempo stesso sia vietato viaggiare in aereo fuori dalla Ue persino per chi ne è munito». Infine la denuncia che investe in primis il ministero della Salute: «Le ordinanze mensili», conclude Gattinoni, «hanno una tempistica e una modalità che sono totalmente incompatibili con il nostro lavoro, fatto di programmazione con mesi di anticipo e non di improvvisazione».