Stando a quanto riportato dal New York Times, Donald Trump avrebbe pagato 1,1 milioni di dollari di tasse nel suo periodo alla Casa Bianca ma nel 2020 il suo contributo alle casse dello Stato sarebbe stato addirittura pari a zero. In totale, nei suoi anni di presidenza, ha dichiarato perdite per 60 milioni.
Trump e le tasse relative al 2020
Il quotidiano statunitense ha riportato a sostegno della sua tesi i dati diffusi dalla Commissione della Camera che ha autorizzato la pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi del tycoon. Entrando più nello specifico, nel 2020 Trump avrebbe denunciato la perdita di 4,8 milioni di dollari e non avrebbe pagato le tasse sul reddito. Nel riassunto di alcune decine di pagine reso pubblico dai membri della Commisione, emerge che l’agenzia IRS deputata alla riscossione dei tributi non abbia controllato, come richiesto dalle sue stesse regole, le dichiarazioni dei redditi del presidente durante i primi due anni della sua presidenza.

Una delle ragioni potrebbe essere che, dal 2018, il capo stesso dell’IRS (Charles P. Rettig) era stato nominato dallo stesso tycoon. Alla Commissione che ha chiesto perché non sia stato fatto, ha risposto che non c’erano specialisti e risorse per effettuale un simile controllo.
La Camera ha autorizzato la pubblicazione delle dichiarazioni
La svolta in questo caso finanziario che interessa gli Stati Uniti è giunta con il via libera alla pubblicazione dei dati fiscali degli anni compresi tra il 2015 e il 2020 dell’ex inquilino della Casa Bianca. La Commissione della Camera ha infatti dato il proprio parere positivo con 24 voti favorevoli e 16 contrari. Ci vorrà del tempo, tuttavia, prima che tali documenti vengano resi di pubblico dominio.

Trump, dal canto suo, si era sempre opposto alla pubblicazione dei propri documenti fiscali, andando contro quella che è da sempre una consuetudine negli Stati Uniti. Dal lato opposto del Parlamento americano, quello occupato dei democratici di Joe Biden, si festeggia invece per il via libera alla pubblicazione. Il democratico Brendan Boyle, membro della commissione, ha così commentato l’obiettivo raggiunto: «Questo è uno dei voti più importanti che ho espresso come membro del Congresso, e lo sostengo al cento per cento».