«Fughe di notizie illegali dal corrotto ufficio del procuratore di Manhattan indicano che l’ex presidente degli Stati Uniti sarà arrestato martedì della prossima settimana. Manifestiamo, riprendiamoci il Paese». Lo ha scritto Donald Trump sul suo social network Truth, annunciando il suo prossimo arresto e lanciando allo stesso tempo un appello ai sostenitori, che sognano di vederlo di nuovo alla Casa Bianca: «Gli anarchici della sinistra radicale hanno rubato le elezioni e il cuore del nostro Paese. La nostra nazione ora è Terzo mondo. Il crimine e l’inflazione stanno distruggendo il nostro stile di vita».

Perché Trump potrebbe finire in manette
Il caso a cui fa riferimento Trump, e per il quale girano voci di un prossimo arresto, è quello relativo al presunto pagamento di 130 mila dollari all’ex pornostar Stormy Daniels, per comprarne il silenzio sulla loro passata relazione. È su questo che al momento, ha riferito la NBC, sta indagando il gran giurì di Manhattan. Da parte sua, il tycoon ha già fatto sapere che le accuse sono fondate su «una storia vecchia e completamente sbagliata». Il suo legale Joe Tacopina ha tenuto a precisare che, se verrà incriminato, l’ex presidente si consegnerà alle autorità senza opporre resistenza. Trump ha poi continuato la sua invettiva dichiarando: «Patrioti americani vengono arrestati e tenuti in gabbia come animali, mentre criminali e delinquenti di sinistra sono autorizzati a restare in libertà».

I regali non dichiarati quando era alla Casa Bianca
Non è l’unico grattacapo del momento per Trump, nell’occhio del ciclone anche per una serie di regali ottenuti da autorità straniere e non dichiarati, come invece previsto dal Foreign Gifts and Decorations Act. In base a questa legge, ogni dono dal valore superiore a 480 dollari ricevuto da presidente, vicepresidente e rispettive famiglie dev essere segnalato al dipartimento di Stato. E Trump ha largamente ignorato la norma, come rivelato dalla Casa Bianca: l’ex presidente non ha infatti dichiarato regali per oltre 250 mila dollari. Tra essi un pugnale da 24 mila dollari dall’Arabia Saudita per un complessivo di oltre 45mila dollari, gemelli, un vaso e una riproduzione del Taj Mahal dal valore di 4.600 dollari dall’India, un ritratto a grandezza naturale dato dal presidente di El Salvador e mazze da golf dall’allora primo ministro del Giappone Shinzo Abe. «Molti articoli sono stati ricevuti prima o dopo l’amministrazione», ha replicato il portavoce Steven Cheung.