Non solo Stormy Daniels: secondo l’accusa che ha incriminato Donald Trump, l’ex presidente Usa avrebbe anche versato ingenti somme di denaro all’ex coniglietta di Playboy Karen McDougal. Un fatto, questo, che starebbe portando la moglie Melania alla richiesta di divorzio. Il caso era emerso durante la campagna presidenziale del 2016, tramite un audio segretamente registrato dal suo (allora) avvocato e fixer Michael Cohen, in cui il tycoon discuteva il pagamento destinato alla ex playmate, che aveva offerto la sua versione dei fatti al National Enquirer per la cifra di 150 mila dollari, prima delle elezioni. La rivista, seppur interessata, declinò: a prendere la decisione fu l’editore del tabloid scandalistico David Pecker, all’epoca molto amico di Trump, che raggiunse un accordo con Cohen per “insabbiare” la possibile intervista. Un tempo vicinissimi a The Donald adesso, i due stanno testimoniando contro di lui. Le cose da sapere sul superteste Pecker.

Lo schema “catch and kill”: Pecker al servizio di Trump
David Jay Pecker, 71 anni, è stato a lungo amministratore delegato di American Media (oggi A360 Media), società editrice di numerose pubblicazioni tra cui Men’s Fitness, Muscle and Fitness, Flex, Fit Pregnancy e Shape, così come dei tabloid Star, Globe e National Enquirer. Alla guida del colosso dei media dal 1999 al 2020, Pecker è stato parte integrante dello schema “catch and kill” ( “cattura e uccidi”) di Trump, che prevedeva l’insabbiamento di tutte le news negative sul suo conto, in modo da poter aumentare le prospettive elettorali. O, almeno, di non danneggiarle.

Da contabile a Ceo di un gigante dei media: la carriera di Pecker
Nato in una umile famiglia ebrea del Bronx il 24 settembre 1951, Pecker ha perso il padre – muratore – quando aveva 16 anni. Laureato alla Pace University, ha lavorato come contabile per Price Waterhouse, passando poi nel 1979 CBS e poi ad Hachette, dove ha scalato le gerarchie fino a diventare Ceo. Nel 1999 è stato scelto come amministratore delegato di American Media, incarico ricoperto fino a tre anni fa. Per un lungo periodo, Pecker ha aiutato Trump. Lo ha fatto con Karen McDougal, segnalando l’intenzione della ex playmate di svelare la loro storia, in modo che il tycoon potesse pagare per il silenzio al posto dei tabloid per il racconto. Lo stesso è accaduto con Stormy Daniels e persino con l’ex portiere della Trump Tower Dino Sajudin, il quale sosteneva che il tycoon aveva avuto un figlio al di fuori del matrimonio da una ex cameriera dell’edificio. Assiduo frequentatore di Mar-a-Lago, oggi Pecker si trova proprio come Cohen dall’altra parte della barricata. Da grande amico di Trump a suo acerrimo nemico.