Scatta domani l’obbligo di Green Pass per tutti i lavoratori, pubblici e privati. Compresi dunque gli operatori portuali, che da diverso tempo hanno però dichiarato battaglia alle misure decise del governo. Nonostante l’accordo sul rimborso dei tamponi, a Trieste il comitato dei lavoratori del porto (Clpt) minaccia lo sciopero a oltranza, in uno scalo dove il 40% degli operatori non sarebbe vaccinato, se l’esecutivo non farà marcio indietro sulla certificazione verde. Mentre il presidente dell’Autorità di sistema portuale dell’adriatico Orientale Zeno D’Agostino annuncia di essere pronto a lasciare, i sindacati Cgil, Cisl e Uil si sono ritirati dalle proteste organizzate per domani, soddisfatti dalla possibilità di poter usufruire di tamponi gratuiti. Insomma, a poche ore dall’entrata in vigore dell’obbligo di Green Pass, nello scalo giuliano regna il caos.
I portuali di Genova: «Non cadremo nel tranello del tampone gratuito»
Non va meglio a Genova, dove i camalli sono in agitazione proprio come a Trieste, nonostante alcuni terminalisti del porto ligure si siano detti pronti a pagare i tamponi ai dipendenti non vaccinati. «Noi lavoratori portuali del terminal Psa Genova Prà confermiamo che dal 15 ottobre, se l’azienda riterrà di applicare la normativa sul Green Pass, saremo nostro malgrado costretti a non entrare nel posto di lavoro. Faremo tutto il possibile per opporci ad una norma fortemente discriminatoria, che viola il diritto al lavoro e le libertà personali, e che non ha il minimo fondamento sanitario», l’avvertimento lanciato dai portuali genovesi: «Abbiamo lavorato sempre, anche in piena emergenza sanitaria, e nessuno si è mai preoccupato di noi. Lotteremo uniti per le nostre famiglie, i nostri figli, i nostri amici e anche per i nostri colleghi, che oggi ci voltano le spalle ma che presto si uniranno a noi. La nostra lotta sarà la lotta di tutti. Non cadremo nel tranello del tampone gratuito». Alla questione del Green Pass, a Genova si aggiunge lo sciopero proclamato dai dipendenti del terminal di Genova Prà per un contenzioso sui contratti integrativi e la protesta per i lunghi tempi di attesa per l’ingresso dei tir nel terminal, in corso da giorni.
15 ottobre, la situazione negli altri scali
Trieste e Genova sono i porti caldi in questo momento. Situazione sotto controllo negli scali di Venezia e di Chioggia, così come a Livorno e Piombino da dove non arrivano segnalazioni di possibili disagi. A Napoli e Salerno, riferiscono fonti sindacali, il numero dei lavoratori non vaccinati sarebbe minimo e dunque non comprometterebbe le regolari attività dei due porti. Idem in Puglia, negli scali di Barletta, Bari, Monopoli, Brindisi e Manfredonia. Calma piatta, per adesso, anche a Ravenna, nell’intera Sardegna, a Gioia Tauro e persino a Civitavecchia, dove nonostante la percentuale di non immunizzati più alta che altrove, non sono previsti blocchi.