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Febbre da camallo

Nel giorno delle celebrazioni per il patrono della città, anche l’Arcivescovo di Trieste ha puntato il dito contro le manifestazioni. Mentre i contagi salgano e i sindacati denunciano l’affanno degli ospedali, i no Green pass, però, sono pronti a tornare in piazza.

3 Novembre 2021 13:44 Giovanni Sofia
A Trieste è boom di contagi dopo le manifestazioni dei giorni scorsi e negli ospedali in affanno è partita la riorganizzazione dei reparti

Sul punto è intervenuta addirittura la curia. Ultimo a dare un’opinione sulla questione Covid a Trieste è stato, infatti, l’arcivescovo del capoluogo friulano Giampaolo Crepaldi. L’occasione servita su un piatto d’argento, le celebrazioni di San Giusto, patrono cittadino, ogni anno spostate al tre novembre per la concomitante ricorrenza dei defunti di giorno 2. Così durante l’omelia della messa tenuta nella cattedrale il religioso ha preso posizione in maniera netta: «Il cammino della Chiesa non è una passeggiata, ma qualcosa di impegnativo dentro la storia degli uomini. Lo stiamo sperimentando specie adesso con la pandemia e con tutti gli angosciosi interrogativi che solleva». Quindi l’affondo, portato senza troppi fronzoli: «Il tutto va affrontato con realismo e saggezza, anche qui, dove il virus ha ripreso a diffondersi. Ma non con manifestazioni dagli affetti disgregativi del nostro stesso vivere civile, piuttosto con ritrovata fiducia e convergente volontà di superare una prova inedita e complicata».

I numeri del contagio da Covid a Trieste

Il riferimento, per nulla celato, è al ruolo di avamposto delle proteste No Green pass, ricoperto negli ultimi tempi da Trieste e costato alla città un prezzo elevato in termini di contagi. L’ultimo bollettino emesso, ieri, parla di due vittime e 141 casi di positività, sui 160 registrati complessivamente in regione. Un numero preoccupante, che fa il paio con quello dei giorni scorsi e contribuisce a mantenere elevato il livello d’attenzione. Il personale sanitario, in una lettera diramata nelle scorse ore da Cigl e Fials ha affermato di trovarsi di fronte a un pericoloso «deja vù», con «reparti di degenza chiusi al fine di recuperare posti da assegnare al reparto malattie infettive». La missiva racconta di pronto soccorso nuovamente intasati con cadenza quotidiana, «con tutte le ricadute negative che la situazione comporta sul sistema», ma anche di richieste costanti da parte degli operatori per un rafforzamento d’organico.

🔴#COVID19 #FVG / Con aumento contagi serve manovra di riorganizzazione ⤵️

Di fronte alla ripresa dei contagi stiamo ponendo necessariamente mano a un piano che tenga conto dell’aumento del fabbisogno di pazienti trattati per Covid in terapia intensiva e non intensiva (1/3) pic.twitter.com/EWbDwE4az6

— Riccardo Riccardi (@Riccardi_FVG) November 3, 2021

Trieste, No Green pass pronti a cambiare piazza per continuare la protesta

Eppure, nonostante un simile scenario, dall’altra parte l’ipotesi di un passo indietro rimane opzione non contemplata. Sordi alle voci sempre più frequenti di zona gialla, i sostenitori della causa del No, sono pronti a radunarsi di nuovo. Chiusa per volontà di prefetto e sindaco fino al prossimo 31 dicembre piazza Unità Italia, altro effetto collaterale dell’aumento dei contagi, il fronte della protesta è pronto a traslocare in piazza della Libertà. L’appuntamento con il corteo è in programma per sabato sei novembre alle 14.30. «Stanno provando di nuovo a delegittimarci. Accusano che i nostri cortei, passeggiate all’aperto, sono all’origine del focolai», sostengono gli organizzatori. Che aggiungono «Additare alle nostre manifestazioni una colpa che ad altri eventi cittadini non viene attribuita ci pare l’ennesima sponda “sanitaria” alla repressione del dissenso». Poco importa che tra i contagiati del virus ci sia anche Fabio Tuiach, ex pugile e consigliere comunale in quota Lega, tornato alla ribalta dopo le uscite infelici collezionate negli anni passati, per essere uno dei leader della protesta. Non intimorisce neppure il pugno duro usato nei confronti di Stefano Puzzer, che aveva deciso di trasferire da Trieste a Roma la sua personale battaglia. Allestito un banchetto in piazza del popolo, gli è stato imposto di lasciare la Capitale entro le 21 di stasera. Raggiunto dal Daspo, peraltro, non potrà farvi ritorno per un anno. E aggiunge la questura: «In caso di violazione commetterà anche il reato di manifestazione non autorizzata».

A Trieste è boom di contagi dopo le manifestazioni dei giorni scorsi e negli ospedali in affanno è partita la riorganizzazione dei reparti
Stefano Puzzer protesta a Roma (Facebook)

Da Padova a Pordedone, in tanti pensano a imitare Trieste

Sono in molti, intanto, a voler seguire l’esempio di Trieste, provando ad arginare le proteste. Luca Zaia, governatore del Veneto, ha definito «intollerabili» le manifestazioni senza mascherina. «Rispetto le idee di chiunque, ma sta di fatto che adesso si ritrovano un cluster composto da centinaia di persone. Cosa che noi dobbiamo assolutamente evitare». E se Fedriga, omologo friulano, nei giorni scorsi aveva parlato di dare un taglio alle «idiozie», perché «il vaccino c’è e funziona» . Anche Pordedone e Padova, valutano la stretta. L’obiettivo, con il freddo e la terza dose alle porte, è evitare ogni rischio di misure più invasive per l’intera collettività.

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