Il 2022 è iniziato da poco e la moda deve già fare i conti con una pioggia di nuovi trend. Tra questi, uno dei più interessanti sembra essere il dystopia-core che, prendendo spunto dal filone cinematograficio sci-fi come Matrix e Dune, mescola riferimenti al grunge e al goth per uno stile dark e total black. Lo stile si incanala nel mood generale a due anni esatti dallo scoppio della pandemia e si oppone ai canoni del dopamine dressing, costellato di indumenti colorati ed estrosi, per alcuni una vera e propria terapia per risollevare l’umore.
L’avanzata del dystopia-core: meno ottimismo, più distopia
«Le tendenze celano sempre un elemento di ribellione», ha spiegato al Guardian la trend forecaster Geraldine Wharry. «In questo caso, la protesta viene veicolata attraverso due elementi: l’oscurità e l’aspetto distopico. Quell’idea che l’ottimismo non sia poi così cool e, soprattutto, lontano dai nostri tempi. Un messaggio simile a quello propagandato dai punk negli Anni ’70». Come per il Y2K e il Dark Academia, anche il dystopia-core conta su un repertorio di pezzi di punta, ideali per costruire una sorta di uniforme che sembra aver già riscosso un discreto successo. Lunghe giacche in pelle e pantaloni cargo oversize sono ritornati sulla cresta dell’onda, monopolizzando le ricerche online (con un incremento, rispettivamente, del 117 e del 45 per cento). Mentre sui social, in particolare su TikTok, content creator e utenti hanno iniziato a tirare fuori tessuti, forbici e macchine da cucire, drappeggiando stoffe e costruendo outfit dal gusto avanguardista. A oggi, l’hashtag #avantapocalypse vanta oltre 265mila visualizzazioni. «La gente si è stancata del pigiama, della tuta e dei vestiti comodi per lavorare da casa e sente il bisogno di uscire, ritornare gradualmente a ritmi più o meno normali», ha sottolineato Nick Groom, autore di The Vampire: A New History. «Ecco perché ripiega su quest’estetica. Funzionale, resistente e raffinata».
Hailey arriving at a business meeting in LA. pic.twitter.com/UXmmVXlV1d
— Hailey Bieber Outfits (@haileysoutfits2) January 10, 2022
Reagire ai tempi bui con la moda
Alla base di quest’exploit ci sarebbe l’urgenza di reagire a una situazione negativa come quella disegnata dalla pandemia. «Vivere un’esperienza del genere, in qualche modo, è come affrontare una sorta di guerra: in entrambi i casi, bisogna fare i conti con traumi, sofferenze e morte», ha ribadito la professoressa Zara Anishanslin, «Viste le similitudini tra i due contesti, non è poi così strano assistere al revival di un tipo di abbigliamento utilizzato prevalentemente dai militari». Una visione condivisa anche da Francesca Granata, docente della Parsons School of Design di New York: «Questo dress code non è altro che un’armatura contro le ostilità del mondo», ha aggiunto, «Diventa, almeno simbolicamente, un’appendice di quello scudo che abbiamo creato attorno a noi e che utilizziamo per proteggerci dal virus».
Un trend che ha conquistato anche celebrità e designer
Approvato da celebrità come Hailey Bieber e Kanye West, il dystopia-core ha affascinato anche maison come Balenciaga e marchi come Khaite. Che, senza perdere tempo, lo hanno sdoganato immediatamente nelle sfilate di presentazione delle loro nuove collezioni, alcune delle quali incluse anche nel calendario della recente Milano Fashion Week. «Questo concetto di protezione accomuna il lusso, il fast fashion e lo streetwear», ha fatto notare Samuel Ross, stilista del brand A-Cold-Wall*, «A differenza d’altri, noi abbiamo preferito giocare sulle lunghezze e sui volumi, ripiegando su twill e materiali screziati e dipinti a mano. Un kit perfetto per dare forma agli ideali e ai concetti che animano questa nuova estetica».