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Terapia d’orso

Trekking e tracciamento dei grizzly tra le montagne canadesi per superare i traumi psicofisici del passato. In cosa consiste l’iniziativa rivolta soprattutto a reduci di guerra ed esperti di fauna selvatica.

12 Ottobre 2021 15:48 Camilla Curcio
Il trekking per curare i traumi fisici e psichici dei reduci di guerra. Questa la proposta del Wild Bear Lodge che, a settembre, ha organizzato una spedizione di successo con veterani e guide naturalistiche

Aiutare i veterani di guerra e gli esperti di fauna selvatica a superare traumi psicofisici del passato attraverso il monitoraggio dei grizzly. Questo l’obiettivo del progetto pilota lanciato da Wild Bear Lodge, struttura specializzata nell’organizzazione di escursioni turistiche nei boschi e sulle montagne a nord del Canada.

Un viaggio tra gli orsi per curare i traumi del passato

L’evento di lancio, un’escursione, è stato organizzato a settembre. Radunati guide naturalistiche e reduci, sopravvissuti a ferite fisiche e psichiche più o meno gravi, il gruppo si è imbarcato in un’avventura che, tra sforzo e strategia, li avrebbe aiutati a lenire il dolore. Si sono diretti verso le cime della catena montuosa di Selkirk ed è stato lì che, in un’inedita joint venture, hanno messo a frutto le loro abilità. Mentre le guide conoscevano bene gli orsi (dalle abitudini alle strategie per non farsi attaccare), i militari erano preparatissimi a mimetizzarsi nella natura e muoversi in silenzio. Il viaggio, durato una settimana, è stato principalmente finanziato dall’Invictus Games Foundation, messa in piedi dal Principe Harry ma parte dei costi è stata coperta dall’organizzatore, il giornalista Julius Strauss. A spingerlo, una storia personale e professionale particolarmente travagliata: dopo aver seguito, da corrispondente del Daily Telegraph, le guerre in Kosovo, Iraq, Afghanistan e l’attacco terroristico alla scuola di Beslan, in Russia, era rientrato in Canada con un grave disturbo da stress post traumatico. Nei suoi occhi e nella sua testa, continuavano a passare le immagini di tutte quelle vittime. Soprattutto dei 186 bambini morti nell’attentato alla scuola. «Ho assistito a vere e proprie tragedie», ha raccontato al Guardian, «Quelle immagini mi hanno accompagnato a lungo. C’è voluto tempo per metabolizzarle».

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Come nasce la terapia per i reduci di guerra

Una volta rientrato, ha messo gli occhi su un terreno in vendita vicino al fiume Lardeau, nella Columbia britannica. Aveva intenzione di ripartire proprio da quel pezzetto di terra con la compagna Kristin, costruendovi un ostello per accogliere i viaggiatori e accompagnarli a fare trekking tra i monti. Per anni, il Wild Bear Lodge è stato un business di successo, con gite frequentatissime. Fino a quando, a febbraio 2021, Strauss si è trovato a fare i conti con un altro dolore: la morte della sua partner. Quella è stata la miccia che lo ha ispirato a coinvolgere nelle sue avventure gli ex soldati. Persone che, come lui, avevano bisogno di superare gli strascichi di una tragedia importante e di parlarne, senza più alcuna vergogna. «Ho imparato molto da quel lutto», ha sottolineato. «Non bisogna mai nascondere la propria sofferenza. Perché, spesso, ti regala anche risvolti positivi».

I commenti di chi ha partecipato al tracciamento degli orsi

La missione, pur avendo come fine ultimo quello di tracciare gli orsi, ha assunto le sembianze di una sessione collettiva di terapia. «È stato davvero soddisfacente», ha raccontato l’ex ufficiale dei Marine John Humphrey, «Mettere a disposizione degli altri le mie competenze mi ha aiutato molto, più delle infinite chiacchierate con lo psicologo». Gli ha fatto eco Sage Raymond, esperto di fauna selvatica da quattro anni impiegato al Wild Bear, grazie al quale ha fatto pace coi fantasmi e i turbamenti di un’infanzia poco piacevole. «Ho imparato molto dalla settimana coi veterani e ho messo nel bagaglio un sacco di trucchi per percepire anche i rumori più delicati o per spostarsi senza dare nell’occhio». Dello stesso parere anche Naomi Fong, ex soldatessa e vittima di stupri da parte dei commilitoni. «Vedere gli orsi è stato fantastico, davvero un’esperienza indimenticabile», ha raccontato, «Sono animali imponenti e tu ti senti così piccolo rispetto a loro e alla natura attorno a te. Tutto sembra meno pesante da sopportare». La speranza di Strauss e del Wild Bear Lodge è che questo sia solo lo start di un’idea destinata a concretizzarsi e a diventare un programma duraturo. «Non possiamo disperderla così», ha aggiunto Sam Newell, portavoce della Fondazione Invictus, «Parlare con qualcuno, instaurare delle amicizie, aiutarsi a vicenda, sono gesti che hanno un valore curativo inestimabile».

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