Direttore: Paolo Madron
  • Economia e Finanza
  • Politica
  • Tecnologia e Innovazione
  • Attualità
x
  • Attualità
    • Cronaca
    • Gossip
    • Web
  • Cultura e Spettacolo
    • Arte
    • Cinema
    • Design
    • Libri
    • Moda
    • Musica
    • Serie Tv
    • Teatro
    • Tv
  • Economia e Finanza
    • Aziende
    • Lavoro
  • Politica
    • Europa
    • Italia
    • Mondo
  • Salute e Benessere
    • Beauty
    • Fitness
    • Food & Beverage
    • Medicina
    • Sanità
    • Wellness
  • Sport
    • Altri Sport
    • Calcio
    • Motori
  • Tecnologia e Innovazione
    • App
    • Device
    • Domotica
    • Gaming
    • Sostenibilità
  • Chi Siamo
  • Scrivono per noi
  • Tag
  • Feed
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
  • Attualità

L’epopea del trattore: dai Kirovets sovietici alla resistenza ucraina

Forse i trattori italiani, che in questi giorni vengono arruolati nelle comprensibili ma meno epiche proteste contro il caro-materie prime, un po’ invidiano i momenti di gloria resistenziale riservati ai colleghi ucraini. Possono sempre piangere sulla spalla delle ruspe nostrane, rispettabili macchine che per colpa di Salvini da qualche anno evocano distruzioni xenofobe.

15 Aprile 2022 15:07 Lia Celi
trattori: da quelli Urss anni 60 nelle nostre campagna alla resistenza ucraina

«I trattori sono dei veri citrulli, da’ retta a me!», dice Cricchetto il carro attrezzi all’auto da corsa Saetta McQueen, prima di coinvolgerlo in una scorribanda di molestie notturne contro una mandria di trattori addormentati in un campo poco fuori Radiator Springs. Siamo in Cars, l’epopea animata e motorizzata targata Pixar dove gli autoveicoli vengono umanizzati. Unica eccezione, i trattori, assimilati ai bovini; motori non ruggenti, ma muggenti, lenti e tonti, che si ribaltano per la paura quando sentono strombazzare un clacson. Quando la sensibilità woke si occuperà anche di motor-shaming, quella scena di Cars non avrà scampo. Ma su questa sponda dell’Atlantico piaceva poco anche prima. Nella vecchia Europa non si scherza con i trattori. E non solo ora che li vediamo sopraffare e catturare i loro cugini cattivi, i carri armati, impantanati nella rasputiza ucraina.

Il ricordo dei Kirovets regalati dall’Urss alle nostre cooperative

Le possenti macchine agricole, fin dalla loro apparizione, sono circondate da un alone di sacertà e di mito. Soprattutto a sinistra. Per citare solo un episodio: 1960 si fermò a Reggio Emilia un treno carico di trattori, dono dell’Urss alle cooperative del nostro Meridione. Prima di ripartire per il Sud, i 20 enormi Kirovets con mietitrebbie a tre vomeri, progettati per le steppe dalle fabbriche di Leningrado, vennero scaricati e portati al convitto Rinascita, una scuola di tecnici specializzati che li avrebbero riadattati ai terreni italiani. Ad accompagnare i trattori ci fu una folla entusiasta di 100 mila persone, affluite da ogni dove. Uno dei Kirovets venne donato a una cooperativa locale, che lo impiegò per lavorare campi intorno alla fattoria della famiglia Cervi, simbolo della Resistenza. «Tutti volevano toccare quel trattore», riferisce un testimone, «come se fosse un’opera di Michelangelo».

Il feticismo per il trattore è ancora vivissimo e accende tra gli addetti tifoserie contrapposte

Scene da epopea di Croda dei fratelli Ruggeri? Mica tanto. Sessant’anni dopo, crollato il mito sovietico, il feticismo per il trattore è ancora vivissimo, e fra gli addetti ai lavori (dei campi) accende tifoserie contrapposte, anche se legate ai marchi più che alla politica: le squadre si chiamano New Holland, Same, John Deere (considerata la Apple delle macchine agricole, come imparo grazie a Miss Tractors, alias @Tractor_Lovers, alias Margherita Tomatis, agricoltrice piemontese, youtuber e influencer). Per noi automobilisti profani quelli sono solo i loghi che ci tocca fissare per delle mezz’ore sulle stradine di campagna, le narici piene di fumi di nafta, sperando che il maledetto trattore che ci precede a 20 km all’ora occupando tutta la carreggiata arrivi finalmente a destinazione. Ma i bambini piccoli in auto con noi fissano rapiti il bestione fumigante e rumoroso colorato di rosso, di verde o di blu, con quelle ruote scolpite grosse grosse. Sembra un giocattolo da spiaggia ingigantito da una magia. Non a caso nella top-ten dei soggetti dei disegni infantili i trattori sono ai primi posti insieme ai dinosauri, con i quali del resto hanno qualcosa in comune: sono enormi, possenti, primitivi, fanno un po’ di paura, ma non possono essere davvero malvagi.

la saga del trattore fino all'Ucraina
Salvini sulla ruspa.

Quando i trattori spaventano i malvagi, come in Ucraina

Anzi, i trattori possono far paura ai malvagi, come succede in Ucraina, dove peraltro sono eccellenze nazionali fin dal 1923, quando il primo trattore sovietico uscì dallo stabilimento Krasny Progress di Zaporizhzhia. Fatti per lavorare la loro terra, all’occorrenza sanno difenderla, contadinoni d’acciaio armati solo della loro forza e della loro pazienza. Nella top-ten delle rappresentazioni della superiorità morale del debole sul violento, l’immagine del trattore ucraino che si porta via l’arrogante tank russo rimasto senza benzina è seconda solo al ragazzo di Tienanmen che sfidava inerme il carro armato di Deng. Forse i trattori italiani, che in questi giorni vengono arruolati nelle comprensibili ma meno epiche proteste contro il caro-materie prime, sotto sotto un po’ invidiano i momenti di gloria resistenziale riservati ai colleghi dell’Est. Possono sempre piangere sulla spalla delle ruspe italiane, rispettabili macchine movimento terra che per colpa di Salvini da qualche anno evocano distruzioni xenofobe. E purtuttavia restano più umane di Susanna Ceccardi.

trattori: da quelli Urss anni 60 nelle nostre campagna alla resistenza ucraina
  • Attualità
Ara Pacis
Forse i trattori italiani, che in questi giorni vengono arruolati nelle comprensibili ma meno epiche proteste contro il caro-materie prime, un po’ invidiano i momenti di gloria resistenziale riservati ai colleghi ucraini. Possono sempre piangere sulla spalla delle ruspe nostrane, rispettabili macchine che per colpa di Salvini da qualche anno evocano distruzioni xenofobe.
Lia Celi
Come funzionerà Dazn su Sky? Bisognerà tenere due abbonamenti? A che prezzo? Ci sarà un solo device? Ecco tutte le risposte sul nuovo accordo.
  • Calcio
Calcio con l'asta
Ogni fantallenatore ha le proprie strategie, ma prepararsi a sfidare gli amici non è qualcosa da sottovalutare. Ecco qualche nome forte, tra top "scontati" e scommesse da studiare. E occhio alle insidie di mercato.
Giuseppe Fontana
Chi è Elisabetta Piccolotti, moglie di Nicola Fratoianni e fondatrice di Sinistra, Ecologia e Libertà.
  • Politica
Elisabetta Piccolotti, chi è la moglie di Fratoianni e fondatrice di SEL
Già esponente di Rifondazione Comunista, nel 2009 ha fondato Sinistra, Ecologia e Libertà poi confluito nel partito del coniuge.
Annarita Faggioni
Marlene Engelhorn è balzata alle cronache per aver annunciato di voler rinunciare ad un'eredità molto cospicua: chi è e cosa si sa di lei.
  • Attualità
Marlene Engelhorn, chi è l’ereditiera della Basf che rinuncia a 4 miliardi
La giovane, che investirà il denaro in iniziative sociali, fa parte di due realtà che chiedono ai governi di tassare maggiormente le grandi fortune. 
Annarita Faggioni
Aurora Ramazzotti si scaglia contro Trenitalia sui suoi canali ufficiali social: cosa è successo?
  • Gossip
Aurora Ramazzotti contro Trenitalia: «Benvenuti a bordo un ca**o»
L'influencer, alle prese con un lungo ritardo da parte della compagnia, non è stata esente da critiche per le sue parole.
Annarita Faggioni
  • Chi Siamo
  • Scrivono per noi
  • Tag
  • Feed
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
Nielsen Digital Measurement Privacy Policy

Tagfin Srl Sede Legale: Via dell'Annunciata, 7 – 20121 Milano

Numero di partita IVA e numero d’iscrizione al Registro Imprese 11673800964 del Registro delle Imprese di Milano.

Registrazione della testata giornalistica Tag43 presso il Tribunale Ordinario di Milano, n. 100 del 23 Aprile 2021