Per capire che direzione sta prendendo l’onda del rap italiano bisogna fare un passo indietro e tornare al 2017 quando il produttore, allora 21enne, Charlie Charles riunì in un unica traccia, Bimbi, il gotha della nuova generazione che stava rivoluzionando la scena, cambiandola per sempre. Nel fortunatissimo pezzo, che raggiunse 18.377 visualizzazioni in meno di un’ora, si alternavano una dopo l’altra le rime di Izi, Rkomi, Sfera Ebbasta, Tedua e Ghali, che in quel periodo a Milano parallelamente a quanto stava facendo la Dark Polo Gang a Roma, ridefinirono un genere trasformandolo in qualcosa di completamente nuovo: la trap.
L’hype generato dalla nuova scuola era tale che forse è difficile ritrovare tanta euforia per un movimento musicale in Italia. Poi la bolla esplose, perdendo di originalità e il rap si rifece sotto, tornando in vetta alle classifiche e valicando confini una volta ritenuti impossibili come dimostrato dalla presenza di artisti come Lazza o gli Articolo 31 a Sanremo, la consegna del Premio Tenco a Marracash e il boom di Madreperla, l’ultimo album di Guè in coppia con Bassi Maestro, altro veterano della scena.
L’ex Bimbo Tedua cavalca le classifiche con La Divina Commedia
Esattamente in questo contesto si piazza dopo tre anni di attesa il ritorno di Tedua, uno degli “ex Bimbi” di Charlie Charles, con l’album appena uscito, intitolato La Divina Commedia, virtualmente già candidato, per vitalità a coraggio, al Premio Strega da Giovanni Robertini sul sito di Rolling Stone. «Spero che il cinema italiano torni al successo degli albori/E che i rapper facciano gli scrittori», scandisce Tedua in Scala di Milano, in coppia con Guè. Che tra l’altro anni fa fu il primo in un suo pezzo ad auto candidarsi al prestigioso premio letterario: «E per le liriche mega/nega che dovrei vincere il Premio Strega». Detto questo La Divina Commedia è già un successo: l’album appena uscito conta tutti i 16 brani nelle prime 17 posizioni della Top 50 Italia e una traccia nella chart Top 200 Global di Spotify. Un ottimo debutto anche su Apple Music, dove si è inserito con tutta la tracklist nella Top 20, oltre a essere al primo posto nella classifica Top Album. Prodotto dal fedele sodale Chris Nolan, il disco vanta al suo interno la presenza di featuring con colonne del rap: oltre a Guè, Marracash, Salmo, ma anche rappresentanti della nuova scuola come Bresh, Geolier, Lazza, Rkomi e Sfera Ebbasta, fino al new entry come Baby Gang, BNKR44 e Kid Yugi. Le foto della copertina sono state realizzate da David Lachapelle che si è ispirato alle incisioni del poeta e pittore William Blake (1757-1827), autore di una delle più celebri illustrazioni dell’opera dantesca. I testi mescolano riferimenti alla Commedia ed esperienze personali del rapper impegnato in un cammino ascensionale zigzagando tra i propri demoni. Dall’Inferno del lockdown al Paradiso, passando per il Purgatorio della depressione. Pare finalmente che l’ex bimbo di Cogoleto sia diventato grande. Già il pezzo d’apertura INTRO lo dimostra.
Baby Gang, Innocente nonostante la condanna
Una storia diversa è invece quella di Baby Gang, al secolo Zaccaria Mouhib, che ultimamente ha fatto parlare di sé più per le sue azioni fuori dagli studi discografici che altro. Al momento è agli arresti domiciliari presso una comunità terapeutica, con una condanna a quattro anni e 10 mesi. È uscito dal carcere a marzo ed è accusato di aver preso parte a una sparatoria avvenuta nella notte tra il 2 e il 3 luglio 2022 a Milano, durante la quale erano stati gambizzati due uomini. Ventuno anni di cui gli ultimi 10 passati tra comunità e carcere, Baby Gang ha pubblicato da poco il suo nuovo disco, intitolato in modo esplicito Innocente. All’interno 14 nuove canzoni e diversi featuring tra cui Guè, Marracash, Rkomi, Lazza, Emis Killa, Rondodasosa e Ghali più il rapper francese Lacrim e la nuova stella albanese Elai. Sulla copertina niente scatti di Lachapelle, ma una sua foto segnaletica scattata durante la permanenza in una comunità a Torino. Insieme al collega e amico Rondodasosa è sicuramente uno dei nomi più interessanti in circolazione della cosiddetta new gen, anche se l’opinione pubblica si divide tra chi lo considera un fenomeno e chi semplicemente un criminale.
In attesa del Segreto di Venerus
Tra i dischi che devono uscire invece segnaliamo Segreto, il nuovo album in arrivo di Venerus, artista a tutto tondo legato lateralmente al mondo del rap in Italia ma con un’anima totalmente indipendente. Per farsi un’idea basta andare a vedere le playlist che crea su Spotify che vanno dal Jazz di John Coltrane a Lucio Dalla e Battiato passando per nomi uber cool come Susumu Yokota, Dean Blunt, Andy Stott e i SAULT. Facendo un paragone con il passato, si può dire che Venerus ricorda i Casino Royale degli Anni 90 con un sound più moderno e sperimentale che strizza l’occhio a nomi internazionali come Frank Ocean e Blood Orange. Recentemente ha dichiarato che per comporre Segreto si sarebbe ispirato ad Abbey Road dei Beatles. Non resta che ascoltare.