Il presidente russo Vladimir Putin ha revocato un decreto del 2012 che in parte sosteneva la sovranità della Moldavia nell’ambito delle politiche sul futuro della Transnistria, regione separatista sostenuta da Mosca che confina con l’Ucraina e dove la Russia ha truppe. Il decreto, che comprendeva una componente moldava, delineava la politica estera russa di undici anni fa che presupponeva relazioni più strette con Unione Europea e Stati Uniti. Ma da allora molto è cambiato. La revoca è stata pubblicata sul sito del Cremlino: la decisione è stata presa per «garantire gli interessi russi in relazione ai cambiamenti nelle relazioni internazionali».

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Moldavia, nei giorni scorsi il cambio al vertice del governo
Nei giorni scorsi la Moldavia ha chiuso il suo spazio aereo e denunciato un piano russo di instaurare un suo governo fantoccio a Chișinău. La premier Natalia Gavrilita si è in seguito dimessa ed è stata sostituita da Dorin Recean, europeista e più esperto in tema di sicurezza, il quale si è affrettato a dichiarare: «Le truppe russe dovrebbero lasciare Transnistria, la regione deve essere smilitarizzata: la popolazione ha bisogno di integrazione sociale ed economica con la Moldavia.».

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La Russia ha truppe in Transnistria dal 1992
Le forze di pace russe sono in Repubblica Moldava di Pridnestrovie (Transnistria) dal 1992, quando terminò la fase attiva del conflitto tra la repubblica non riconosciuta e la Moldavia: negli ultimi giorni dell’Unione Sovietica, il crescente nazionalismo moldavo e la possibile riunificazione della Moldova con la Romania fecero scattare in Transnistria istanze secessioniste, sfociate in combattimenti sulla riva destra del Dnestr. Una volta firmato il cessate il fuoco, fu istituita una zona di sicurezza smilitarizzata di dieci chilometri dalle forze della 14esima armata russa già di stanza sul posto. Mentre l’Onu non riconosce la Transnistria, il suo governo de facto è sostenuto economicamente, politicamente e militarmente dalla Russia, in una situazione di perenne tensione con quello moldavo. Dal 1992 la Moldova ha ripetutamente invitato la Federazione Russa a ritirare il contingente dal territorio, invano.

Nei giorni scorsi il capo del ministero degli Esteri della Transnistria, Vitaly Ignatiev, ha definito «controproducenti» le dichiarazioni di Recean. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto che Mosca e Chisinau hanno «rapporti molto tesi» e che le autorità moldave dovrebbero stare «molto attente» alle dichiarazioni sulla presenza delle forze di pace russe in Transnistria.