La Procura di Pavia ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di sequestro di persona nei confronti di Shmuel Peleg.
Peleg è il nonno materno del piccolo Eitan Biran, il bimbo unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone. Eitam è stato sottratto alla zia tutrice legale in Italia e portato in Israele dal nonno materno con un volo privato.
Il nonno avrebbe agito d’istinto
Da Israele gli avvocati di Shmuel Peleg hanno ridimensionato l’accaduto.
I legali Sara Carsaniga, Paolo Polizzi e Paolo Sevesi spiegano che il loro assistito ha portato il bambino in Israele «dopo aver tentato invano per mesi di poter portare la voce della famiglia materna nel procedimento civile di nomina del tutore».
Così, «dopo essere stato estromesso dagli atti e dalle udienze e preoccupato dalle condizioni di salute del nipotino, ha agito d`impulso. Gli avvocati si dicono fiduciosi che, una volta ripristinata la correttezza del contradditorio si potrà tornare a discutersi del suo affidamento nelle sedi opportune».
Il piccolo, dopo lunghe cure in ospedale, era ora in riabilitazione e avrebbe dovuto sottoporsi ad alcune visite. Oltre ad iniziare la scuola.
Da Israele la famiglia materna chiede giustizia
«Le azioni di prepotenza sono sempre sbagliate – precisano i legali della famiglia materna – però mettiamoci nei panni di un signore che in terra straniera perde 5 familiari tragicamente. A quest’uomo i medici non parlano e gli avvocati dicono che il procedimento civile di tutela di Eitan è stato fatto in modo sommario. Noi ci impegneremo perché vengano riconosciuti i diritti della famiglia materna. Confidiamo ancge che Shmuel ritorni ad avere fiducia nelle istituzioni italiane e ci impegneremo in tal senso».
L’avvocato Paolo Sevesi, ha inoltre spiegato ad Askanews che non risulta – come ricostruito dall’emittente israeliana Channel 12 – alcun parere pronunciato sul caso da parte delle autorità israeliane».
Perché Eitan è riuscito a uscire dall’Italia
Intanto dall’Italia la zia del piccolo si dice sconvolta e incredula dell’accaduto.
L`11 agosto scorso il giudice tutelare di Pavia aveva emanato un decreto con cui vietava l’espatrio a Eitan. Il bambino poteva superare i confini solo che in presenza o con l’autorizzazione della sua tutrice, la zia paterna. Il decreto sarebbe stato quindi trasmesso alla Prefettura e alla Questura di Pavia con l’ordine di diramarlo a tutti i punti di frontiera e di inserirlo nelle banche dati delle forze di polizia che controllano le frontiere.
Ora le autorità italiane si chiedono come abbia fatto un minore senza autorizzazione del tutore a uscire dai confini del nostro Paese e di chi siano le responsabilità di questa grave mancanza di controlli.