La Longarina chiude ufficialmente i battenti. La struttura fondata da Francesco Totti con l’aiuto della famiglia di Ilary Blasi che ospitava la Totti Soccer School non è più operativa, alla luce dello sfratto esecutivo dei familiari della conduttrice romana.
La storia della Longarina e le controversie fra i Totti-Blasi
Nel 2012 “Er Pupone” aveva fondato la sua personale scuola di calcio all’interno del centro Sportivo Longarina, ottenendo fin da subito un boom di iscrizioni. A 11 anni di distanza, la struttura era diventata un punto di riferimento per centinaia di ragazzini, speranzosi di poter seguire un giorno i passi dell’ex capitano della Roma. Ma gli ultimi eventi hanno cambiato le carte in tavola per tutti.
L’impianto, fino ad oggi, era in mano per l’appunto alla famiglia Blasi. I primi attriti erano cominciati durante la pandemia, quando Totti aveva deciso di sollevare l’Asd Longarina (la società di proprietà di Silvia Blasi) dal pagamento dell’affitto per i campi. Pochi mesi dopo, tuttavia, il calciatore avrebbe cambiato idea. Ecco che, più di recente, il calciatore aveva fatto richiesta di 170 mila euro di canoni arretrati nonché delle stesse chiavi dell’impianto. La controparte aveva poi risposto impugnando l’ordinanza di sfratto, mai realmente notificata.
Adesso, sull’onda del divorzio della chiacchierata coppia, la famiglia di Totti ha deciso di denunciare la famiglia Blasi, nonostante Silvia Blasi (come riporta Open) abbia parlato del mancato rispetto di un accordo precedentemente stipulato da parte dei familiari del calciatore.
Cancelli chiusi e genitori infuriati
Ecco dunque che, alla luce dei fatti, i giovani calciatori della struttura hanno trovato quest’oggi i cancelli chiusi, come riporta Il Messaggero. La società, nel frattempo, ha informato genitori e ragazzi con un messaggio in chat spiegando che l’accesso ai campi e agli spogliatoi è stato impedito «iIn maniera totalmente arbitraria» e «in assenza di un provvedimento dell’Autorità giudiziaria».
Parlando al Messaggero, una delle mamme dei giovani calciatori della società ha commentato, infuriata:«Abbiamo ricevuto un ulteriore messaggio. La situazione non è stata risolta. Secondo il calendario, i piccoli avrebbero dovuto sostenere almeno altri quattro allenamenti. Abbiamo pagato anche questi. Non riesco a capire come si possa avere un tale comportamento nei confronti di bambini così piccoli a cui diventa anche difficile spiegare cosa sta accadendo, una follia».
Ecco dunque che sul posto sono arrivati i Carabinieri, chiamati dai genitori dei ragazzi delusi per non aver potuto accedere ad un servizio per il quale, per l’appunto, già hanno pagato.