5 miliardi da (non) spendere

Giovanna Predoni
08/10/2021

Non sono bastati 12 anni dal terremoto dell’Aquila, dieci dalla legge per l’adeguamento anti-sismico, 5 governi, 6 ministri e 3 commissari perché lo Stato mettesse in sicurezza le autostrade A24-A25. E così ora il concessionario Strada dei Parchi (gruppo Toto) dice: «Via ai lavori o lasciamo».

5 miliardi da (non) spendere

«Se non puoi essere un’autostrada sii solo un sentiero», recitava una vecchia poesia del Novecento di un poeta americano. Ebbene oggi c’è un concessionario, Strada dei Parchi, che gestisce un’autostrada ferita, l’A24/A25, l’unica che collega il Tirreno con l’Adriatico e che, a seguito del terremoto del 2009 è stata classificata “infrastruttura strategica ai fini della Protezione Civile”. In occasione di quel tragico evento sismico la struttura ha retto il colpo, ha subito danni ma è rimasta in piedi e Strada dei Parchi sta provando tutte le vie per ristrutturare quei 280 km che uniscono Roma con l’Abruzzo.

Dal 2012 il Pef per far partire i lavori mai sbloccato

Dal 2012, da quando fu approvata la legge 228 che prevede la messa in sicurezza antisismica dell’autostrada, Strada dei Parchi, concessionaria che fa capo al Gruppo Toto, è in attesa dello sblocco del PEF (Piano Economico Finanziario) da parte del governo. Da allora si sono alternati cinque governi e sei ministri, sono stati nominati commissari, ad acta e straordinari, ma il PEF per far partire i lavori non si è mai sbloccato. Gli interventi di adeguamento prevedono, entro il 2030 – anno in cui scadrà la concessione – investimenti complessivi per circa 5,1 miliardi di euro, di cui 3 finanziati con fondi pubblici e 2,1 a carico della società. La situazione, però, continua a essere bloccata, e i primi a pagarne le conseguenze sono prima di tutto gli utenti. I quali, oltre a trovarsi costretti a percorrere un’autostrada piena di rattoppi, subiranno anche un aumento delle tariffe dei pedaggi di circa il 34 per cento a partire da gennaio 2022, per via della formula stabilita dal contratto di concessione. Ma anche per la stessa Strada dei Parchi la gestione di queste due arterie è ormai al limite della sostenibilità, dato che l’ammontare delle manutenzioni straordinarie arriverà a fine 2022 a circa 160 milioni, di cui 90 quest’anno, a fronte dei 28 milioni stabiliti dalla convenzione per la manutenzione ordinaria annua. Si tratta di un evidente squilibrio finanziario che, se la situazione non cambia, potrebbe portare il Gruppo Toto a recedere il contratto di concessione con lo Stato. Lo sottolinea Mauro Fabris, vicepresidente di Strada dei Parchi, in una intervista al Sole 24 Ore: «È una possibilità. In questo caso la concessionaria, ai sensi del contratto, avrebbe il diritto di esigere dallo Stato un indennizzo per mancata remunerazione degli investimenti, mancati ricavi per blocco dei pedaggi e così via. Stando a quanto stabilito dalla convenzione vigente, in caso di risoluzione pattizia parliamo di una cifra intorno ai 2,5 miliardi di euro».

Strada dei Parchi: Toto potrebbe lasciare concessionaria
Mauro Fabris vicepresidente di Strada dei Parchi.

La concessionaria ha sin qui presentato 15 proposte di interventi

La concessionaria nel corso di questi anni ha presentato ben 15 proposte di PEF, tutte cadute nel vuoto tanto che nell’aprile 2020 il Consiglio di Stato ha nominato un commissario ad Acta, Sergio Fiorentino, per sopperire alle inadempienze del ministero dei Trasporti e favorire lo stanziamento previsto dal Piano. Nel novembre 2020 viene nominato commissario straordinario per la messa in sicurezza dell’A24/A25, Maurizio Gentile. Della necessità di adeguamento e del possibile rincaro dei pedaggi ne ha parlato oggi in audizione presso la Commissione VIII Ambiente della Camera, Riccardo Mollo, amministratore delegato di Strada dei Parchi: «Grazie al lavoro portato avanti da SdP con il Commissario straordinario Gentile e il Commissario ad acta Fiorentino, siamo già oggi in grado di proporre un PEF che permetterebbe di risolvere completamente questa distorsione attraverso: aumenti delle tariffe contenute ad un massimo del 1 per cento all’anno fino al 2030 (scadenza della concessione), nessuna proroga alla concessione in essere e completamento dell’adeguamento antisismico».

Un investimento che prevede interventi complessivo per 6,5 miliardi

È bene ricordare che in termini quantitativi, il commissario straordinario Gentile ha stimato un investimento complessivo di 6,5 miliardi, di cui 5,1 miliardi per la fase più urgente, entro il 2030 e ulteriori 1,3 miliardi da spendere oltre la scadenza della concessione. Ma fino a che il PEF non viene approvato non si procede neanche con la prima fase. «Per una volta nella storia del partenariato pubblico-privato in Italia ci sarebbe una perfetta coincidenza tra fonti e impieghi perché della somma complessiva per la prima fase, 3 miliardi sono già resi disponibili dal Commissario straordinario, tra fondi italiani e fondi complementari al PNRR, mentre 2,1 miliardi sono garantiti in autofinanziamento dal concessionario», ha poi ribadito Mollo. Siamo ormai alla resa dei conti. Da una parte il Gruppo Toto che, esasperato da anni di tira e molla con i vari governi che si sono succeduti, è pronto a lasciare la concessione e far valere i propri diritti. Dall’altra assistiamo l’inazione della politica che, allo stato attuale, ha bloccato la messa in sicurezza di un’autostrada percorsa ogni giorno da migliaia di utenti.