Che fare per superare gli irragionevoli arroccamenti del ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini e di chi a Palazzo Chigi ha in mano il dossier delle autostrade A24-A25, di cui è concessionaria la società del gruppo Toto, Strada dei Parchi? Per esempio decidere l’immediata sospensione dell’aumento tariffario di circa il 34 per cento, la cui entrata in vigore era prevista per il primo gennaio 2022, differendone l’applicazione di sei mesi, al primo luglio. Si tratta di un oneroso gesto di appeasement da parte del concessionario, che rappresenta l’estremo tentativo di sedersi al tavolo ministeriale e del commissario Sergio Fiorentino (nominato dal Consiglio di Stato che ha giudicato il ministero delle Infrastrutture inadempiente) per scrivere un nuovo Piano Economico Finanziario (Pef) che sia ragionevole.
Aumenti dei pedaggi sospesi nella speranza che il ministro Giovannini aggiorni il Pef
La speranza dei Toto è che, sospendo per sei mesi i pesanti aumenti tariffari che spettano loro per contratto (le tariffe sono bloccate da anni e così ora se scattassero gli aumenti il salasso per gli utenti, che sono principalmente automobilisti abruzzesi e laziali, sarebbe letale), si possa finalmente mettere mano al Pef. Mettendo così fine a ingiustificati ritardi da parte del ministero retto da Giovannini che, dopo nove anni dall’approvazione della legge 228/2012 che ne prevedeva l’aggiornamento, a tutt’oggi non ha dato seguito all’approvazione del nuovo Pef previsto dal dettato normativo, né ha dato seguito alla sentenza del Consiglio di Stato (n. 5022/19) che ne imponeva l’adozione entro il termine inderogabile del 30 ottobre 2019.

Il blocco del Pef provoca anche quello di 6,5 mld di investimenti
Lunedì 20 dicembre il cda di Strada dei Parchi ha espresso forte preoccupazione per il ritardo nell’avvio dei lavori di messa in sicurezza delle tratte autostradali, dovuta appunto alla mancata approvazione del Piano, nonostante le numerose proposte formulate e predisposte dal concessionari. Cosa che, da un lato provoca il rinvio ingiustificato della realizzazione di investimenti per 6,5 miliardi e della messa in sicurezza dell’infrastruttura autostradale; dall’altro, genera un aggravio dei costi per la realizzazione delle necessarie opere di “messa in sicurezza urgenti” (Misu), così come censurato dalla Corte dei Conti e produce un minore impulso al sistema economico che sta attraversando una delicata fase congiunturale di ripresa nei territori attraversati da A24/A25.
La Corte dei conti e il precedente di Aspi
Oltre che su questo loro atto di buona volontà riguardante le tariffe, i Toto contano anche sugli effetti della stroncatura da parte della Corte dei Conti dell’accordo a suo tempo stipulato dal ministero con Aspi, anticipato martedì 21 dicembre dal Fatto Quotidiano. La Corte sostiene infatti che l’intesa sia troppo onerosa e che contenga il pericolo che lo Stato possa essere chiamato a rifondere i danni eventualmente accertati in sede penale. Se con una concessionaria a cui è capitato un incidente così grave come il crollo del ponte Morandi si è stati così generosi da essere bacchettati dalla Corte dei Conti, pensano al gruppo Toto, perché viceversa si dovrebbe essere irrazionalmente ostili verso un concessionario che pur gestendo le due autostrade situate nelle zone più sismiche d’Italia non ha registrto alcun incidente? Se poi anche questo non servirà a creare le condizioni per ridiscutere il Piano, a Strada dei Parchi non rimarrà che la risoluzione in danno della concessione.