La Toscana ha deciso di far fronte all’emergenza siccità che sta colpendo la regione stabilendo che da giugno non si potrà più fare il rabbocco dell’acqua nelle piscine pubbliche.
Limiti al rabbocco delle piscine in Toscana
«In pratica l’acqua con cui si riempie la piscina a fine maggio dovrà restare la stessa fino ad ottobre, senza possibilità di approvvigionamento da acquedotto pubblico per il consueto rabbocco o riempimento», scrivono dalla CIA, l’Associazione Agricoltori Italiani.
Queste le regole diffuse dalla Regione Toscana attraverso l’Acquedotto del Fiora. La misura interesserebbe ville, villette e agriturismi e si concentra soprattutto sulle province di Siena e Grosseto, che sono servite dalle condotte in questione.

Cia Siena ha svolto un incontro online con oltre 80 partecipanti, proprietari in particolar modo di agriturismi, vista l’enorme preoccupazione. Molti agriturismi senesi infatti, sono dotati una piscina: circa uno su cinque.
«C’è grande preoccupazione», ha commentato il presidente di Cia Siena Federico Taddei «perché ad oggi non sarà possibile utilizzare l’acqua per le tante strutture in tutto il territorio. Se consideriamo che ogni giorno il ricambio di acqua è dell’1-2 per cento, in quattro mesi il ricambio è pari a una vasca e mezzo. Questo è il minimo indispensabile per tenere una piscina con acqua pulita e fruibile da parte dei turisti che scelgono la nostra provincia. Ma, unico caso, almeno in Toscana, a Siena non sarà possibile. Chiediamo ad Acquedotto del Fiora di rivedere e ripensare questa decisione quanto prima, per permettere di programmare la stagione estiva alle strutture».
In Trentino Alto Adige stop alla produzione di neve artificiale
A dover fare delle rinunce per cercare di salvaguardare l’emergenza acqua è anche il Trentino Alto Adige. Il governatore Arno Kompatscher ha firmato un’ordinanza «contingibile e urgente» per contenere il consumo di acqua.
Nell’ordinanza si raccomanda a tutti, e in particolare agli agricoltori e ai proprietari di giardini e parchi, di usare l’acqua in modo parsimonioso ma anche di fermare la produzione di neve artificiale sulle piste da sci. Dopo Pasqua, comunque, gli stabilimenti sciistici chiuderanno, per cui il divieto di innevamento non andrà ad incidere troppo sull’economia turistica.