Era il 15 aprile 2021 quando un neonato di soli 10 mesi morì nell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino durante un intervento chirurgico che sarebbe dovuto servire a correggere una malformazione polmonare. L’errore fatale consistette nel recidere l’aorta al posto di un vaso sanguigno secondario: una distanza impercettibile su un corpicino di pochi mesi. La morte del piccolo sopraggiunse a causa di un taglio sbagliato per pochi millimetri. Sul caso sta indagando il pm Francesco La Rosa, l’accusa è di omicidio colposo e i professionisti iscritti nel registro degli indagati sono nove.
Neonato morto per aorta recisa a Torino: 9 indagati
Dopo il decesso del piccolo, le autorità procedettero con il sequestro delle cartelle cliniche a seguito della denuncia sporta dalla famiglia del bimbo. Dalle ricostruzioni di questi mesi è emerso dalla Procura che «se il bimbo fosse stato monitorato con un pulsossimetro l’errore sarebbe subito emerso». La tipologia di intervento a cui il neonato venne sottoposto, la lobectomia, è piuttosto raro e consiste nell’asportazione di un lobo polmonare.
A complicare il quadro ci fu il tempo trascorso dal momento in cui l’aorta venne recisa rispetto a quando i medici si accorsero dell’errore. I pazienti così piccoli sono soggetti ad un sanguinamento lento, una reazione che avrebbe ingannato i medici che, non appena si resero conto di quanto accaduto, sottoposero il bimbo a un intervento d’urgenza. Altro particolare al vaglio è quello in base al quale, sempre secondo le indagini, l’intervento, per tipologia e caratteristiche, doveva essere effettuato in un altro centro, specializzato in questo tipo di malformazioni. Sembra tuttavia che la posizione della maggior parte degli indagati nel procedimento sarà soggetta ad archiviazione, almeno secondo l’orientamento della Procura derivante dalle conclusioni dell’incidente probatorio condotto nel corso del procedimento.

Come riportato da TorinoToday: «Gli inquirenti stanno cercando di fare luce sulla vicenda, prendendo in esame tutta l’operazione, le competenze e le responsabilità di ogni singola componente dell’equipe che ha operato il piccolo, in primis del chirurgo, proveniente dalle Molinette: il pm vuole capire se il professionista possa avere avuto delle difficoltà nell’operare un bambino così piccolo».