All’incirca nelle stesse ore degli attacchi alle sedi diplomatiche di Barcellona e Berlino, un incendio doloso ha colpito un ripetitore sulla collina di Torino. Bruciati duemila metri di cavi bruciati e disservizi sulle linee del ripetitore, usato come ponte per compagnie telefoniche, Croce Verde e alcuni sistemi di vigilanza. Sul fatto indagano i carabinieri, ma la matrice dovrebbe essere la stessa, cioè quella anarchica. «Fuori Cospito dal 41 bis», la scritta comparsa alla base del ripetitore incendiato.

L’attacco alle sedi diplomatiche a Berlino e Barcellona
Su un muro della facciata del Consolato generale italiano a Barcellona sono state trovate queste scritte: “Libertat Cospido”, “Amnistia totale” e “Stato italiano omicida”. I gruppi anarchici europei si stanno mobilitando con gesti dimostrativi in solidarietà ad Alfredo Cospito, detenuto in regime di 41 bis, in sciopero della fame. Grazie alle telecamere di sicurezza dell’edificio, la polizia di Barcellona ha identificato cinque persone ritenute responsabili dell’attacco contro il consolato, di cui sono state imbrattate le pareti esterne con diverse scritte e danneggiate le vetrate del portone di ingresso. I cinque, fermati sono stati poi rilasciati.
L’azione dimostrativa messa in atto in Umbria
Sempre oggi gruppi anarchici hanno rivendicato il tentativo di incendio del citofono dell’abitazione di Giorgio Del Papa, già titolare di un’azienda a Campello sul Clitunno dove nel novembre del 2006 morirono in un incidente sul lavoro quattro operai di una ditta esterna. Sul posto non sono state trovate scritte, ma il danneggiamento è stato rivendicato su un sito di area anarchica «in solidarietà con Alfredo Cospito e Anna Beniamino». Quest’ultima è la compagna del detenuto in sciopero della fame. Quanto fatto è stato definito «un piccolo gesto per denunciare la coerenza classista del sistema giudiziario italiano», in quanto «Anna e Alfredo rischiano l’ergastolo per strage, per due bombe contro la Caserma Allievi Carabinieri a Fossano, il 2 giugno 2006, che purtroppo non hanno fatto né morti né feriti. Mentre gli stragisti veri, gli industriali, i capitalisti, se la spassano nelle loro ville».
Alfredo Cospito è arrivato a quasi 100 giorni di sciopero della fame. Ribadiamo che è dovere delle autorità italiane adempiere agli obblighi di protezione e rispetto dei diritti umani del detenuto, tenendo anche conto delle dure condizioni del regime del 41 bis cui è sottoposto.
— Amnesty Italia (@amnestyitalia) January 24, 2023