L’età dell’oro

Stefano Iannaccone
31/07/2021

A Tokyo, Momiji Nishiya, 13 anni, ha messo tutti in riga nella gara di skate. La giapponese, però, non è la più giovane medagliata nella storia delle Olimpiadi. Ecco chi sono stati i baby fenomeni capaci di fare ancora meglio.

L’età dell’oro

Baby fenomeni, capaci di scalare in fretta le gerarchie dello sport e mettere in bacheca una medaglia. Storie che alle Olimpiadi trovano il terreno ideale per compiersi, accendendo i riflettori su atleti, a volte, poco più che bambini. Imprese antiche e moderne, raccontate da immagini in bianco e nero o in full hd, con l’unica costante di scrivere il nome di giovani campioni in quell’album infinito che sono i Giochi. E Tokyo, in tal senso non fa eccezione. Prova ne è il podio dello skate femminile. Sommando l’età delle tre vincitrici si arriva ad appena 42 anni: la tredicenne Momiji Nishiya ha portato a casa l’oro, davanti a una coetanea, la brasiliana Rayssa Leal. L’altra giapponese Funa Nakayama, ha conquistato la medaglia di bronzo a 16 anni: la più adulta del trio. Rispetto alle altre due, praticamente una veterana.

Dimitrios Loundras: il più giovane di sempre, o forse no

Un risultato strabiliante, che riporta la memoria davvero ad altri tempi e al record stabilito nel 1896, prima edizione delle olimpiadi moderne, dal ginnasta greco Dimitrios Loundras. A 10 anni e 218 giorni ottenne una medaglia di bronzo nell’edizione dei Giochi di Atene. Il più piccolo di sempre? Forse, perché leggenda vuole che ci sia un bambino francese di 8 anni che avrebbe vinto l’oro nel canottaggio all’Olimpiade di Parigi del 1900. Il suo nome, come l’età esatta, non sono noti, in quanto pare fosse stato scelto tra il pubblico per sostituire il timoniere dell’imbarcazione olandese, ritenuto troppo pesante. Se la leggenda, pur suggestiva, non trova conferma negli annali, sicura è la storia della donna più giovane mai salita su un podio olimpico. È la ginnasta italiana Luigina Giavotti che nel 1928 ad Amsterdam, a 11 anni e 302 giorni, conquistò l’argento con la squadra formata dalle piccole pavesi, come furono ribattezzate. Il gruppo di ragazzine tra gli 11 e i 16 anni, fu guidato dal professore Gino Grevi fino al secondo posto. Una storia sportiva italiana, in cui erano presenti anche Ines Vercesi, 12 anni e 216 giorni e Carla Marangoni, 12 anni 269 giorni. Due ragazze che rientrano a pieno titolo nell’almanacco dei vincitori di medaglia in giovanissima età.

Berlino 1936, l’Olimpiade dei giovanissimi

C’è un altro risultato eccezionale di un’atleta fenomenale, che risponde al nome di Inge Sørensen, nuotatrice danese, una fuoriclasse nella sua disciplina. All’Olimpiade di Berlino del 1936, a 12 anni da poco compiuti, riuscì a ottenere un miracoloso bronzo nei 200 metri rana. Un podio che è stato il viatico di una carriera luminosa costellata di record e titoli internazionali. In quella stessa edizione, un altro piccolo talento ottenne un bronzo: il timoniere francese Noel Vandernotte, a 12 anni e 233 giorni, vinse la medaglia nella squadra di canottaggio transalpina.

Sempre a Berlino, nel 1936, la tuffatrice statunitense Marjorie Gestring lasciò il segno, portando a casa l’oro ad appena 13 anni. Più o meno lo stesso aveva fatto Dorothy Boynton Hill, altra tuffatrice americana, che a 13 anni 23 giorni, aveva già conquistato l’argento all’Olimpiade del 1928. Quattro anni più tardi avrebbe addirittura migliorato quel risultato. A 17 anni, d’altronde, era già abbastanza navigata.

Giorgio Cesana, la medaglia dimenticata

Tra gli uomini, merita una menzione la vicenda del timoniere italiano, Giorgio Cesana, che a 14 anni, vinse l’oro con la sua squadra nel 1906. Sarebbe stato il più giovane azzurro, se non fosse per una clamorosa beffa. L’Olimpiade del 1906, ribattezzata fantasma e organizzata appena due anni dopo la precedente, fu osteggiata dal Cio. Doveva rappresentare la festa per il decennale dei Giochi, invece, verrà cancellata dagli annali e con essa anche le sue medaglie.

Nel Dopoguerra il primo baby ad affermarsi è stato invece il timoniere tedesco, Klaus Zerta, all’Olimpiade di Roma 1960: aveva ancora 13 anni e vinse addirittura l’oro. Sedici, nel 2004, ad Atene, ne aveva invece Federica Pellegrini. Il suo argento nei 200 metri stile libero fu l’occasione di presentarsi al mondo, il primo di una lunga serie di successi. Non sarà stata la più giovane, ma di sicuro una delle più grandi.