Tiziano Renzi è stato rinviato a giudizio per traffico per traffico di influenze illecite. Insieme al padre dell’ex presidente del Consiglio Matteo, anche Italo Bocchino, già parlamentare di Alleanza nazionale, e gli imprenditori Alfredo Romeo e Carlo Russo. Avevano scelto il rito abbreviato e sono stati condannati a un anno di reclusione per turbativa d’asta l’ex senatore Denis Verdini, l’imprenditore Ezio Bigotti e Ignazio Abrignani, già parlamentare. Tutti è tre sono stati assolti invece per il reato di concussione. Il provvedimento arriva nell’ambito del caso Consip ed è stato firmato dal giudice per l’udienza preliminare di Roma Annalisa Marzano. La prima udienza del processo è attualmente fissata per il prossimo 16 novembre. Contestualmente, nei confronti di Tiziano Renzi, sono invece cadute le ipotesi di turbativa d’asta e il traffico di influenze relativo a un altro episodio.
Il ruolo di Tiziano Renzi nella vicenda Consip
Le contestazioni, come sottolinea Il fatto quotidiano, si riferiscono all’appalto Fm4 dal valore di 2,7 miliardi. La gara era stata bandita da Consip per l’affidamento di servizi gestionali di uffici pubblici università e centri di ricerca. Tiziano Renzi nella vicenda avrebbe agito in qualità di mediatore per la concessione di una serie di attività all’imprenditore Alfredo Romeo, esercitando pressioni su Luigi Marroni, in quel periodo amministratore delegato di Consip. Oggi Marroni si è costituito parte civile nel procedimento, diventando un testimone chiave per far luce sulla vicenda. In concorso con Renzi avrebbe operato anche un altro imprenditore, Carlo Russo, finito a processo con la stessa accusa. Quest’ultimo è originario di Scandicci, in Toscana, stesso comune in cui vive il padre dell’attuale leader di Italia Viva.
Secondo quanto recita l’avviso di conclusione delle indagini: «Russo agiva in accordo con Tiziano Renzi, sfruttando relazioni esistenti con Marroni, ottenute anche per il tramite del concorrente nel reato Renzi, come prezzo della propria mediazione illecita, costituita dall’istigare Marroni al compimento di atti contrari al proprio ufficio». L’obiettivo era facilitare la Romeo Gestioni «tramite l’innalzamento del punteggio tecnico nella fase in corso di valutazione tecnica dei progetti». In cambio, Russo da Romeo avrebbe ottenuto «Un contratto di lavoro per Monia Martella, sorella della compagna numerose ospitalità negli hotel di proprietà del gruppo Romeo, nonché si faceva promettere denaro in nero per sé e per Renzi Tiziano, nonché promettere la stipula di un contratto di consulenza».